Assosementi: l'innovazione vegetale tutela la biodiversità

Assosementi: l'innovazione vegetale tutela la biodiversità
La biodiversità è una fonte di ricchezza per l’agricoltura e per l’ambiente ed è un serbatoio inesauribile per l’attività di ricerca che sviluppa costantemente innovazione. Tuttavia il libero accesso alle risorse genetiche rischia di essere messo in difficoltà dalla sovrapposizione di due sistemi normativi come il Protocollo di Nagoya e il Trattato Internazionale Fao, una situazione che complica il lavoro di ricerca nel settore sementiero che investe in questa attività il 20% del suo fatturato annuo. È quanto emerso nel corso dell’incontro “Tutela della biodiversità in agricoltura” promosso da Assosementi e svoltosi ieri a Macfrut, a cui hanno preso parte Stefano Balestri, Direttore della Cooperativa Agricola Cesenate, Massimiliano Beretta, Team Breeder Coordinator di ISI Sementi, e Mario Marino, Treaty Technical Officer del Trattato internazionale FAO sulle risorse fitogenetiche e per l'alimentazione e l'agricoltura.

“L’innovazione vegetale gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento e nell’accrescimento della biodiversità, ha dichiarato Giuseppe Carli, Presidente di Assosementi. Secondo il rapporto “The economic, social and environmental value of plant breeeding in the European Union” diffuso dalla piattaforma tecnologica europea “Plants for the future”, grazie alla ricerca dal 2000 a oggi l’Unione Europea ha evitato la conversione di habitat naturali in superfici agricole per un’area stimata di 19 milioni di ettari e ha risparmiato circa 55 miliardi di m3 d’acqua”. 

“Garantire il libero accesso alle risorse genetiche vegetali attraverso un sistema di regole univoche, chiare e semplici è l’unico modo per consentire alla ricerca di continuare a produrre innovazione. Diventa quindi fondamentale tutelare l’accesso alle risorse genetiche e il riconoscimento dei benefici attraverso un sistema snello e applicabile da tutte le imprese come quello rappresentato dal Trattato Fao, evitando che lo sviluppo di innovazione possa essere pregiudicato da un rigoroso e oneroso sistema di regole” ha aggiunto Carli.

“Quando si parla di agricoltura, si parla di alimentazione e sviluppo e l’accesso alle risorse genetiche diventa prioritario per garantire la sicurezza alimentare nazionale e internazionale. Per questo è auspicabile un modello di accesso per le tutte risorse genetiche per l’alimentazione e l’agricoltura che ricada solo ed esclusivamente nell’ambito del Trattato Fao” ha dichiarato Mario Marino, Treaty Technical Officer del Trattato internazionale Fao sulle risorse fitogenetiche e per l'alimentazione e l'agricoltura.

“L’impiego della genetica nell’orticoltura è uno dei migliori strumenti a disposizione dei costitutori. Il miglioramento genetico vegetale ha da sempre fornito risultati importanti alle richieste di vivaisti, agricoltori e industrie di trasformazione, ma oggi è necessario esplorare nuove tecnologie per soddisfare le esigenze dei consumatori. La metabolomica e la genomica sono solo due delle frecce da incoccare sull'arco della ricerca per sviluppare le varietà che coltiveremo in futuro”, ha dichiarato Massimiliano Beretta, Team Breeder Coordinator di ISI Sementi che nel suo intervento si è concentrato sugli sviluppi dell’innovazione vegetale per l’orticoltura.

“Le varietà antiche hanno un futuro se trovano una ragione di esistere sul mercato, altrimenti sono destinate alle teche delle banche del germoplasma” ha sottolineato Stefano Balestri, Direttore della Cooperativa Agricola Cesenate nel suo intervento focalizzato sulla riproduzione delle sementi delle antiche varietà di ortaggi.

Fonte: Assosementi