La nuova era dell'ortofrutta trasformata

La risposta di Conserve Italia al boom di succhi freschi ed estratti: naturalità, bio e nuovi pack

La nuova era dell'ortofrutta trasformata
Mettere a disposizione del consumatore un prodotto trasformato con caratteristiche nutrizionali e gustative del tutto simili a quello fresco: questo è l'obiettivo di Conserve Italia, consorzio cooperativo con sede a San Lazzaro di Savena (Bologna) che sviluppa un fatturato di circa 900 milioni di euro con brand del calibro di Cirio, Valfrutta, Yoga e Derby Blue. E per raggiungerlo si lavora sull'innovazione di prodotto e sulla naturalità dei succhi di frutta: taglio agli zuccheri aggiunti, più valore alla materia prima, spinta sul biologico e poi sulla comunicazione, con packaging sempre nuovi e una comunicazione accattivante.

Poi c'è la tecnologia, indispensabile per un'industria di trasformazione alimentare. E proprio l'innovazione tecnologica è di casa nello stabilimento Conserve Italia di Barbiano di Cotignola (Ravenna), che con 150 milioni di litri di nettari e succhi realizzati in un anno, ricavati da 45mila tonnellate di frutta fresca conferita dai soci del territorio, è uno dei principali siti produttivi di bevande presenti nel nostro Paese. Sabato scorso lo stabiliento ha aperto le porte per un open-day dedicato a soci e dipendenti. Per l’occasione, è stata anche allestita una mostra per celebrare due importanti anniversari di Derby Blue: i 70 anni del marchio e i 20 anni della bottiglietta blu da 200 ml.



Nel trasformato come nel fresco è fondamentale fare filiera. "Bisogna organizzarsi con efficienza partendo dalle necessità dei soci, cercando di offrire nuove opportunità - spiega a Italiafruit News Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia - Per questo abbiamo sviluppato impianti a totale destinazione industriale, che ormai hanno dieci anni e che stiamo rinnovando: sono circa 400 ettari di frutteti che aumentano la qualità del nostro prodotto e trasferiscono un reddito interessante e certo ai soci. E' un concetto diverso rispetto al fresco - prosegue il numero uno del colosso cooperativo - chi decide di investire sulle pesche Redhaven a totale destinazione industriale sposa una produzione e una tecnica diversa, dove la qualità resta però in primo piano: c'è un grande controllo, la frutta viene raccolta al giusto grado di maturazione per esaltare gli zuccheri naturali e i profumi del prodotto fresco".



L'industria, però, continua ad essere una risposta anche ai produttori del fresco. "Nel corso del 2017 - aggiunge Gardini - abbiamo fatto interventi mirati ritirando prodotto danneggiato dalla grandine, cercando di dare un sostegno ai produttori. Il nostro progetto per impianti destinati alla trasformazione industriale va avanti e dopo le pesche si è esteso alle albicocche, alle pere e alle percoche, un frutto che aveva trovato un punto di stanchezza in Romagna. Noi - conclude il presidente - con la ricerca abbiamo ottenuto nuove varietà capaci di mantenere alto lo standard qualitativo e quantitativo, con soddisfazioni per Conserve Italia e per i soci".

Lo stabilimento di Barbiano è in attesa delle prime albicocche, che inizierà a lavorare nel mese di giugno. A luglio si proseguirà con le pesche e poi con pere e mele. La frutta lavorata viene poi conservata in 900 serbatoi che costituiscono la cassaforte di casa.



Ma il boom di succhi freschi ed estratti come ha impattato sul mercato dei succhi di frutta tradizionali? "Il nostro mondo sta cambiando, i gusti dei consumatori si stanno evolvendo e per questo siamo sempre più attenti alla componente zuccherina e alla naturalità dei prodotti - risponde Pier Paolo Rosetti, direttore generale di Conserve Italia - Questo ci ha spinto al lancio di nuovi prodotti, come la linea Veggie, mix di frutta e vegetali 100% naturali e senza zuccheri aggiunti. E' la risposta industriale e garantita agli estratti, un prodotto controllato e stabilizzato con un alto contenuto di servizio".

La sfida col fresco si può affrontare solo a colpi di innovazione. Con un occhio attento ai nuovi trend. Come il biologico. "E' una sfida che abbiamo lanciato tre anni fa, una nicchia che si è consolidata in un mercato interessante - aggiunge Rosetti - Con Valfrutta abbiamo deciso di spenderci sul bio e dopo aver iniziato comprando frutta biologica per trasformarla, lo scorso anno abbiamo avviato un progetto bio con le nostre cooperative di base. Gli impianti destinati all'industria garantiscono una redditività per ettaro che non ha nulla da invidiare ai frutteti destinati al mercato del fresco".



L'innovazione tecnologica, come detto, è un elemento competitivo molto importante.
“Quella di Barbiano è una fabbrica dotata di un elevato livello di automazione - sottolinea il direttore generale di Conserve Italia - con sette impianti automatici e una capacità produttiva di 170mila litri all’ora. Non è un caso che proprio qui siano avvenute importanti innovazioni come l’introduzione del tappo twist-off per i succhi Valfrutta da 125 ml in vetro, in grado di fornire una maggiore componente di servizio e praticità al consumatore, e il nuovo brik 200 ml slim leaf (nella foto sopra) tuttora in fase di sperimentazione, pronto per essere lanciato sul mercato a settembre: dopo lo straordinario successo dei triangolini Valfrutta, che abbinano alla qualità anche il gioco, avevamo l'esigenza di rinnovare il brik da 200 ml. Abbiamo pensato a una forma più accattivante, più gradevole, ma anche a ricette in cui abbiamo abbassato la quantità di zucchero, sempre nell'ottica di rendere i succhi più naturali e di portare al consumatore il frutto così come lo dà la natura. Sempre in questo stabilimento - conclude Rosetti - è presente la linea produttiva più veloce d’Europa, che lavora alla velocità di 100mila bottiglie all’ora i succhi da 125 ml in vetro con tappo a corona”.

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