Ortofrutta, è ora di cambiar strada

Da commodity a prodotti desiderati, il sogno di Oscar Farinetti

Ortofrutta, è ora di cambiar strada
Da quando mi occupo di ortofrutta, quasi a ogni inizio campagna della frutta estiva, arriva puntuale il tormentone della crisi della peschicoltura. Questo anticipa, ma solo di poche settimane, quello della canzone dell’estate, che - però - almeno è cambiato anno dopo anno. Con la crisi delle pesche andiamo invece avanti da quasi vent’anni con la stessa musica, senza soluzione. Alla fine degli anni ’90 il problema era liquidato dando la colpa al Padreterno che, garantendoci spesso condizioni climatiche favorevoli, ci permetteva di produrre più di quanto eravamo capaci di vendere. Oggi, però, che la crisi continua anche quando l’offerta di pesche e nettarine è scarsa, come in questo momento, siamo arrivati a parlare seriamente dei problemi strutturali del comparto che, però, sono quelli del passato; anzi, sono peggiorati per l’evoluzione del contesto di mercato e di consumo.



Forse a qualcuno sarà venuto in mente che anche le pere hanno avuto problemi di mercato per oltre due mesi quest’inverno, malgrado l’offerta non fosse abbondante? Qualcun altro avrà provato a sforzare la memoria e a trovare analogie con la parte centrale della campagna delle mele di due anni fa? Non credo, ma dovete invece considerare che, pur con le differenze del caso, queste situazioni difficilmente spiegabili con i classici paradigmi del rapporto domanda-offerta, hanno origini comuni nel modificato approccio all’acquisto da parte dei consumatori, che vede una progressiva disaffezione su tutto ciò che non soddisfa, anche se inserito tradizionalmente nelle abitudini di consumo, a favore delle novità e delle mode, con effetti spesso drammatici su interi comparti.

Non è un problema di pesche o pere, è un problema di frutta che non soddisfa il palato con continuità e che viene progressivamente marginalizzata qualunque sia il prezzo di vendita. La soluzione perciò non è aumentare la produttività per poter abbassare i prezzi e renderla più abbordabile e non sarà più sufficiente nemmeno la sola aggregazione per realizzare economie di scala a livello industriale, l’unica opzione è alzare la soddisfazione di chi compra, senza possibili scorciatoie. Il sogno di Oscar Farinetti, raccontato alla presentazione dello “Speciale Frutta e Verdura” dello scorso novembre, che potete vedere nel video qui sotto, è l’orizzonte a cui tendere.



Rendere desiderabili i nostri prodotti, alzare la soddisfazione del nostro cervello e della nostra pancia per rendere l’esperienza di consumo memorabile, questi devono essere i nostri nuovi obiettivi. La bellezza naturale e coinvolgente di frutta e verdura possono essere un grande aiuto, ma di questo parleremo diffusamente a fine novembre nel nostro evento milanese.

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