Ciliegino, l'idea del maxi-polo siciliano

Tardera (Ioppì): l'aggregazione tra Op è l'unica soluzione alla crisi

Ciliegino, l'idea del maxi-polo siciliano

I produttori siciliani di ortaggi in serra sono in seria difficoltà a causa di una annata insoddisfacente sul fronte dei prezzi. Ma, come suggerisce Luca Tardera, socio fondatore dell'Organizzazione di produttori Ioppì, il rilancio della filiera è possibile e può passare dalla nascita una maxi aggregazione tra Op locali per un unico scopo: incrementare il potere contrattuale nei confronti della Gdo italiana.

La Ioppì rappresenta 90 soci produttori del Ragusano che coltivano sotto serra circa 200 ettari, di cui il 70% a pomodoro ciliegino, il 20% a melanzane e il 10% a peperoni.

"In quest'ultima stagione - sottolinea Tardera - i prezzi del ciliegino si sono sempre attestati su livelli inferiori ai costi di produzione. In media, abbiamo ricavato dai 60 ai 70 centesimi di euro il chilo, contro i 70 centesimi necessari per coprire le spese. Anche per le melanzane vale la stessa cosa, avendo spuntato solo una media di 40-50 centesimi il chilo".

"In particolare - evidenzia ancora Tardera - quest'anno è mancata la concreta disponibilità della grande distribuzione a fare sinergia con noi fornitori. I buyer si sono orientati troppo sul prezzo: ogni giorno abbiamo fatto la lotta per pochi centesimi. La qualità, poi, non è stata giustamente ripagata".

"Per invertire la rotta - conclude - dobbiamo, assolutamente, migliorare la nostra capacità di concentrare l'offerta del ciliegino, in modo da riuscire a contrattare un prezzo standard per un prodotto di qualità costante. Per questo sarebbe importante creare un polo produttivo e commerciale tra sei o sette Op siciliane".

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