Angurie, parola d'ordine seedless

La Coop pugliese Terre dello Jonio punta su pezzature mini e midi

Angurie, parola d'ordine seedless
Una stagione commerciale già in salita per le angurie, ma l'innovazione può dare una mano, soprattutto se si parla di varietà seedless che la Gdo dimostra di apprezzare.
A Marina di Ginosa, in Puglia, opera la cooperativa Terre dello Jonio che, tra la provincia di Taranto e il Metaponto, riunisce circa 400 ettari di superficie dedicata principalmente alle colture orticole.

“Siamo specializzati nella produzione di cavolfiori, che occupano circa 250 ha, e di angurie (150) - spiega il responsabile commerciale, Leonardo (Dino) Marchitelli - Il 60% delle nostre angurie appartiene alla tipologia senza semi e, tra queste, l'80% è di pezzatura media, mentre il rimanente 20% è composto da mini, prevalentemente a buccia tiger. Le varietà più utilizzate sono Prestige F1, Esperanto F1 e Selvaggia F1”.



Il rimanente 40% è composto da angurie tradizionali: 25 ettari di mini angurie con microsemi (Nikas F1, Nikita F1, Ninja F1) e altri 35 ettari per le tipologie a frutto allungato di grossa pezzatura (Caravan F1, Melania F1, Sentinel F1 e Riverside F1).

“Il 40% della produzione è commercializzato nella grande distribuzione nazionale - continua Marchitelli - mentre il 60% è destinato a quella estera, soprattutto Germania, Svizzera, Slovacchia, Repubblica Ceca e Regno Unito. Ed è proprio la Gdo a garantire, anche in questo difficile momento di mercato, un prezzo minimo garantito che tutela le nostre produzioni”.



“Per la nostra esperienza, finalmente anche il mercato italiano comincia a premiare le varietà seedless, meglio se di pezzatura mini, tra 1,5 e 2,5 kg - conclude Marchitelli - All'estero, invece, le senza semi piacciono un po' più grandi, tra i 3 e i 5 chili”.

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