Mele, si prospetta una campagna record in Europa

Ecco le previsioni produttive presentate a Prognosfruit: boom in Polonia, l'Italia recupera

Mele, si prospetta una campagna record in Europa
Aspettative positive per la campagna entrante e un raccolto di mele che si preannuncia da record in Europa, con Gala e Red Delicious che dovrebbero raggiungere la produzione più alta di sempre. Queste le previsioni produttive illustrate stamattina a Varsavia, in Polonia, dove i produttori melicoli europei si sono riuniti in occasione del Prognosfruit.

La situazione in Europa

Le stime di produzione per il 2018 - come spiega Assomela, il Consorzio delle Organizzazioni di produttori di mele italiani che rappresenta l’80% della produzione melicola nazionale - prevedono un raccolto di mele in Europa di 12.611.000 ton. Si stima dunque un recupero rispetto alla consistente perdita dello scorso anno, con un aumento del 3% sulla produzione media del triennio 2014-2016, al netto del 2017 che potrebbe essere fuorviante in termini percentuali.



Per i Paesi colpiti pesantemente dalle gelate primaverili dello scorso anno c’è un riallineamento della produzione con quella media del triennio 2014-2016 con l’Austria che torna ad un raccolto normale, così come Croazia e Ungheria. Recupera largamente la Polonia, che stima un +20% rispetto al periodo 2014-2016 portando il volume di mele previsto al record di 4.480.000 ton. Rispetto alla media del triennio 2014-2016 arretrano la Francia (-3%), il Portogallo (-7%), la Spagna (-4%), il Belgio (-22%) e l’Olanda (-23%), quest’ultima già segnata da una significativa siccità. Visto il clima particolarmente caldo in alcune aree d’Europa, il calibro medio in diversi Paesi risulta tendenzialmente inferiore. 

L’andamento varietale

In Europa la Gala dovrebbe raggiungere il record di produzione con 1,45 milioni di tonnellate, così come la Red Delicious con quasi 700mila ton. Abbastanza stabile è la produzione di Fuji mentre rispetto alla media del triennio 2014-2016 cala la Golden Delicious, per la quale, se si esclude lo scorso anno, ci si aspetta una produzione tra le più basse di sempre. Si conferma la crescita costante delle nuove varietà, che avanzano velocemente e si assestano per il 2018 a 307mila ton. Aumenta la produzione anche dei gruppi Pinova e Cripps Pink mentre la Granny Smith torna a livelli di produzione pre 2017.


Uno sguardo all'Italia

Per il nostro Paese si prevede una produzione stimata in 2.199.526 ton, in recupero rispetto a quella particolarmente scarsa dello scorso anno, ma in leggera riduzione (-6%) rispetto alla media 2014-2016.
"Gli andamenti della produzione per la stagione entrante sono diversi per le regioni italiane - illustra Assomela - recuperano la perdita dello scorso anno, attestandosi però al di sotto del pieno potenziale produttivo sia il Trentino che l’Alto Adige; cresce, invece, in maniera significativa il raccolto del Piemonte, guidato da nuovi meleti piantati in sostituzione del kiwi. Le altre regioni tornano a livelli produttivi paragonabili a quelli del 2016".



Si riassesta, pur perdendo forza rispetto al periodo precedente, la Golden Delicious (-16% sul 2014-2016), con una riduzione significativamente maggiore rispetto al quadro europeo. Le varietà Red Delicious (-3%) e Granny Smith (-5%) si avvicinano ai livelli produttivi della media 2014-2016, mentre la Fuji riduce più marcatamente la produzione (-7%). Abbastanza stabile la varietà Cripps Pink (+4 sul 2017, -6% sul 2016). Tra le varietà maggiori solo la Gala supera il volume medio di produzione del triennio 2014-2016 (+3%). Crescono ancora le altre varietà che includono in particolar modo le nuove varietà club (+61% sul triennio 2014-2016), che dimostrano l'interesse dei consumatori verso le nuove proposte dei consorzi italiani.



"La raccolta piena inizierà regolarmente entro la metà di agosto con le varietà e nelle aree più precoci, in linea con le ultime stagioni. Per ora i calibri sono nella norma, la qualità dei frutti ottima e non si segnala nessun problema fitosanitario specifico - aggiunge Assomela - Dal punto di vista organolettico e qualitativo la situazione al momento è giudicata molto buona. La grandine ha interessato aree piuttosto limitate, con danni leggeri, e tenuto conto dell’andamento climatico degli ultimi mesi si prevede che la quantità di mele da destinare alla trasformazione sarà certamente inferiore rispetto alla scorsa stagione e ritornerà su livelli normali, tra l’11 ed il 12% della produzione totale".

"Premettendo che le informazioni che provengono da Prognosfruit vanno analizzate nell’ambito di un contesto generale e tenendo conto di una serie di elementi che potrebbero influenzare il mercato, i dati presentati sono in grado di fornirci un quadro di riferimento abbastanza chiaro per la stagione entrante - osserva Assomela - Il volume di mele disponibile nella zona comunitaria, stimato alla fine di luglio, potrebbe essere tra i più alti di sempre. Vanno peraltro attentamente considerati i problemi legati alla siccità ed alla conseguente possibile riduzione di calibro dei frutti, già evidenti in diversi Paesi".

In questo contesto, se la scarsità di precipitazioni e le alte temperature dovessero permanere anche per il mese di agosto, le previsioni, intese sia come volume che come la qualità dei frutti, dovrebbero essere riviste. In uno scenario di questo tipo, l’Italia e tutte le regioni europee a più alta vocazione melicola potrebbero trarre vantaggio dalla diffusa dotazione di impianti di irrigazione, in grado di sostenere la produzione e la qualità dei frutti.

La campagna commerciale

Il prolungamento della chiusura del mercato russo e la instabile situazione economica e politica nei principali Paesi Nord Africani rimangono elementi importanti per la commercializzazione delle mele, che potrebbero influire sfavorevolmente sul corso della stagione 2018/2019. Alcuni Paesi produttori, tra cui l’Italia, soffrono non solo della perdita di mercati ormai consolidati (Egitto e Algeria su tutti), ma anche delle difficoltà la mancanza di protocolli fitosanitari bilaterali tra lo Stato esportatore e quello importatore. "In questo contesto un maggiore impegno delle autorità dei singoli Stati e dell’Ue, costantemente richiamato da associazioni di tutti i Paesi ad a tutti i livelli, non solo è auspicabile, ma necessario", rimarca Assomela.



L’inizio della stagione commerciale 2018/2019, totalmente libero da mele della stagione precedente, potrebbe giocare a favore dell’annata entrante. Da considerare anche la progressiva maggiore disponibilità di varietà moderne ed apprezzate dal mercato ed il ruolo dell’industria di trasformazione, che potrebbe rappresentare una valvola di sfogo interessante per i frutti di bassa qualità.
Infine, stante la pressione interna nel bacino Europeo e il tasso di cambio sfavorevole per operatori di Paesi terzi, non si prevede un aumento dell'importazione da nazioni dell’Emisfero Sud, che nel 2017/2018, favorite dalla scarsa disponibilità di prodotto in Europa, erano invece leggermente riprese.

"In questo contesto le aspettative per la stagione commerciale 2018/2019 restano ragionevolmente positive, soprattutto per i frutti di qualità e calibro superiore e per la forte organizzazione del sistema melicolo italiano, che rappresenta un fattore di competitività determinane, in particolare per guidare il processo di innovazione varietale e per l’esportazione - evidenzia Assomela - Nel prossimo futuro l’impegno del sistema produttivo melicolo orienterà ancora maggiore energia verso l’export, ma per un effettivo successo resta indispensabile un vero approccio di sistema, partendo da una chiara scelta politica di base, per un preciso e maggiore coinvolgimento delle strutture ministeriali competenti".

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