«Ortofrutta, svolta epocale»

Concorrenza e crisi di molte colture, Fruitimprese Veneto: urge rinnovare

«Ortofrutta, svolta epocale»
“La situazione dell’agricoltura in Veneto è preoccupante. E l’ortofrutta non fa eccezione: i dati ufficiali mostrano solo in parte la vera condizione in cui versano le nostre aziende che oggi più che mai sono in grande sofferenza”. E’ l’ideale grido d’allarme lanciato da Stefano Pezzo (nella foto sopra durante l'intervento) in occasione dell’affollata assemblea della Fruitimprese territoriale da lui presieduta che si è svolta venerdì scorso a Colognola ai Colli, in provincia di Verona. “La moria dei kiwi, la cimice asiatica che colpisce a tappeto, l’impatto della drosophila-suzukii su specifiche colture come le ciliegie, la sharka sulle drupacee e tante altre problematiche legate alla mutazione climatica sono disgrazie ancora senza soluzione che stanno mutando drasticamente gli scenari nella nostra regione e nel nostro Paese”, ha spiegato. 

Nel 2017, stando ai dati di Veneto Agricoltura le mele, pur a fronte di un incremento di superficie registrano una flessione del 23% dei volumi sull'anno prima, così come il kiwi (+5% le superficie, -44% i raccolti), le susine (rispettivamente +20% e -20%) e i piccoli frutti (+14% le aree, -8% i volumi).
“A tutto ciò - ha aggiunto Pezzo - si unisce l’aumento dei costi di produzione con la conseguente perdita di competitività sui mercati internazionali e la crescente produzione di ortofrutta in molti Paesi europei, dalla Polonia, alla Grecia, alla Spagna. E’ necessario correre ai ripari, dobbiamo individuare delle vie di uscita e perseguire un rinnovamento epocale che ci riporti alla leadership ormai persa”.  



Rinnovamento in parte già iniziato: “Significativo - ha detto il presidente di Fruitimprese Veneto - il raddoppio della coltivazione del nocciolo, che in Veneto è passato in un anno da poco più di 100 a 200 ettari, ancora poco per quello che potrebbe richiedere il mercato e significativo anche il dato dell’aumento di superficie coltivata a susino, pari al 20%”. 
“La crescita nell'attuale contesto di mercato è davvero difficile, ma è possibile”, ha aggiunto Pezzo, indicando quali soluzioni per il futuro il rinnovamento varietale, l’approccio di nuove tecnologie, il miglioramento e l’efficienza nella produzione. Da quanto è stato detto in assemblea, tra l'altro, il settore agroalimentare è atteso da un 2019 difficile.

Ma ci sono anche buone notizie, ha detto Pezzo: secondo gli ultimi dati  della Camera di commercio, Verona è diventata la prima provincia italiana per volumi di ortofrutta esportata davanti a Bolzano e Bari. Durante l’assemblea, cui hanno partecipato Carlo Bianchi e Pietro Mauro della Fruitimprese nazionale, sono intervenuti vari relatori e professionisti partner dell’associazione che hanno approfondito le tematiche di carattere giuslavoristico, tecnico, normativo e commerciale d'interesse per le aziende. 

I soci Fruitimprese Veneto commercializzano ed esportano ortofrutta (in primis mele, pere, kiwi, pesche e nettarine, fagole, radicchio, patate, cipolle, pomodori, peperoni e insalate) per un valore di oltre 600 milioni di euro di fatturato. Tra le azioni più incisive, quella legata al fronte energetico: il consorzio di Fruitimprese Veneto è arrivato a oltre 22 milioni di Kw acquistati per 32 aziende - non solo della regione - con 68 punti di prelievo. 

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