L’agricoltura 4.0 vale in Italia 400 milioni

L’agricoltura 4.0 vale in Italia 400 milioni
L’agricoltura 4.0 vale in Italia 400 milioni nel 2018. Secondo i dati emersi dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood – promosso dal Politecnico di Milano e dal laboratorio Rise (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia – che Image Line supporta - il settore ha registrato lo scorso anno un incremento pari a +270%.
 
Un mercato che continua a crescere e che mette a disposizione degli operatori di filiera, una serie di strumenti e opportunità per ottimizzare la produzione e incrementare il business. Ma qual è il primo ostacolo che il mercato stesso deve superare per fare in modo che strumenti tecnologici sempre più innovativi e piattaforme di gestione possano migliorare il lavoro degli operatori del settore?
 
“In un mercato che continua ad assumere un valore economico sempre più importante, occorre sviluppare uno standard unico tra le piattaforme, che consenta all’agricoltore di inserire e raccogliere i propri dati una sola volta”, ha dichiarato il fondatore di Image Line, Ivano Valmori, intervenuto al convegno di presentazione dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood. “Sono sempre di più le app, le web application e le soluzioni informatiche che vengono rese disponibili per le aziende agricole. Ma non è più sostenibile pensare che l’agricoltore possa inserire gli stessi dati in tutti gli applicativi, che al momento non dialogano tra loro”.
 
“I produttori di soluzioni informatiche - ha aggiunto Valmori - devono necessariamente iniziare a collaborare tra di loro per usare uno stesso dizionario informatico e definire in modo univoco tutto ciò che avviene e fa parte dell’attività agricola. Se non si metteranno a disposizione degli agricoltori e dei consulenti agricoli delle vere e proprie soluzioni integrate, in agricoltura invece dello sviluppo dell’IoT (internet delle cose) si rischia di creare una vera e propria giungla di “Internet of NoThings” (internet del nulla)”.
 
Con lo scopo di uniformare la terminologia adottata e definire in modo chiaro e univoco i concetti più rilevanti dell’agricoltura moderna, Image Line ha collaborato allo sviluppo del “Glossario dell’agricoltura 4.0”, ideato dall’Osservatorio e focalizzato sui temi ritenuti prioritari, a partire dalla definizione stessa di “Agricoltura 4.0”, per approfondire poi la descrizione delle tecnologie più diffuse, degli applicativi utilizzati dagli operatori del settore, fino ad arrivare alle tipologie di gestione del dato e dei nuovi trend emergenti.
 
"Il Glossario servirà a delineare con chiarezza non solo il significato dei vocaboli, ma i trend più interessanti dell'agricoltura 4.0 - rimarca Cristiano Spadoni, Cmo di Image Line - Perché i big data sono così importanti anche in agricoltura? Cosa sono blockchain, intelligenza artificiale, VRT (distribuzione a rateo variabile)? Tanti spunti di riflessione sulle tecnologie nuove e consolidati dell'agricoltura digitale".
 
La survey ha permesso inoltre di evidenziare l’importanza cruciale dell’utilizzo delle nuove tecnologie per la tracciabilità alimentare: il 30% delle imprese ritiene il digitale importante per la riduzione degli errori di inserimento dei dati e del rischio di manomissione, il 27% nota una diminuzione dei costi nelle procedure di rintracciabilità e il 21% un risparmio di tempo per la raccolta dei dati.
 
“Una chiara evidenza dei vantaggi che l’innovazione tecnologica continua a portare al settore agricolo insieme a strumenti sempre più all’avanguardia", ha commentato Ivano Valmori. Tra questi, il QdC® - Quaderno di Campagna by Image Line (www.quadernodicampagna.com), un software che racconta la storia di tutto quello che è successo nell'azienda agricola, dalla semina alla raccolta. “Se ben gestito - commenta Valmori - è uno strumento molto utile per la rintracciabilità delle produzioni e per garantire la trasparenza del processo produttivo, in linea con quanto richiesto oggi dal mercato”.

Infatti, registrando correttamente le operazioni colturali e i dati delle singole unità produttive, dall'inizio del ciclo di coltivazione fino alla raccolta, permette di sviluppare una vera e propria carta d'identità del prodotto che arriva sulle tavole dei consumatori. Grazie ad un QR-Code, si può infatti identificare univocamente un lotto e conoscerne direttamente le caratteristiche e la provenienza (produttore e luogo d’origine).    

Fonte: ufficio stampa ImageLine