Francia, giro di vite sulle promozioni nel food

Legge per tutelare la filiera. E la guerra dei prezzi si sposta in altri settori

Francia, giro di vite sulle promozioni nel food
Stop alle vendite sottocosto e alle promozioni “spinte”: in Francia è scattato il giro di vite sulle offerte di prodotti alimentari nelle catene distributive, con l’obiettivo di tutelare il valore lungo la filiera garantendo un prezzo equo anche agli agricoltori, ma anche di ridurre gli sprechi e consentire alle aziende della supply chain di investire.

La disposizione di legge, operativa dal primo febbraio, prevede per due anni, in via sperimentale, che le promozioni legate al food non possano superare il 34% del prezzo di vendita al consumatore (stop, quindi al "prendi due paghi" uno, sì invece al “3x2”) con  un’incidenza massima del 25% sul volume annuale commercializzato; il prezzo di vendita dei retailer, inoltre, dovrà essere superiore di almeno il 10% a quello di acquisto.

Il Governo monitorerà l'impatto sul settore agroalimentare, basandosi sulle informazioni fornite dal ministero dell'Agricoltura e dell'Alimentazione francese, che per primo ha proposto la misura: secondo il dicastero, la corsa alle promozioni dei prodotti alimentari negli ultimi anni è continuata a lievitare e se nel 2000 interessava il 14% dei prodotti nel 2016 ha raggiunto il 20%



La norma, che per certi versi anticipa l'entrata in vigore della Direttiva comunitaria sulle pratiche sleali, scaturisce dalla considerazione che “le promozioni distruggono il valore senza dare plus agli attori della catena alimentare e disorientano i consumatori in relazione al prezzo di un bene”. L'acquirente finale, inoltre, “è portato a comprare prodotti di cui non ha bisogno incrementando gli sprechi”. Risvolti negativi che “superano di gran lunga l'effetto positivo dei prezzi più bassi".

Dalle prime stime, la misura riguarderà almeno il 7% dei prodotti alimentari, venduti con margini molto bassi e proposti ai consumatori come “prodotti civetta”, e genererà un aumento medio previsto di 50 centesimi al mese per il paniere dei clienti dei supermercati. I retailer francesi si sono tuttavia impegnati a "garantire un bilanciamento di listini e margini senza però modificare sostanzialmente i costi complessivi a carico dei clienti”.



In realtà per rimanere competitivi e compensare gli effetti della nuova legge, scrive l’agenzia Reuters, la grande distribuzione francese ha spostato la guerra dei prezzi su altri settori, come detersivi e prodotti per l’igiene e la bellezza. Ecco allora che Leclerc pratica sconti su 4.600 prodotti del suo marchio Repère, ad eccezione dei prodotti di origine agricola, e si è impegnata a mantenerli per tutto l’anno. Lo stesso approccio è stato seguito da Intermarché con sconti su centinaia di prodotti. Altre catene, come Carrefour, puntano sui programmi di fidelizzazione, con sconti su 200 prodotti alimentari in linea con i dettami della legge.

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