Canicattì e Mazzarrone, fronte comune per la calamità

Uva e danni da cracking: i produttori siciliani vogliono risposte (e risorse) dal Ministero

Canicattì e Mazzarrone, fronte comune per la calamità
Risposte. Come sono state date alla Puglia e al Veneto. La Sicilia dell'uva da tavola, quella colpita dal cracking nel 2018, vuole risposte dal ministero dell'Agricoltura: con la nuova campagna alle porte e il peso dei danni dello scorso anno ancora sulle spalle, i produttori chiedono a voce un segnale da Roma. E per fare pressing sul ministro Gian Marco Centinaio, i Consorzi di tutela dell'uva Italia Igp di Canicattì e dell'Igp di Mazzarrone hanno fatto fronte comune: sabato scorso nel centro agrigentino si sono incontrati oltre 200 produttori, con i sindaci dei territori coinvolti e alcuni politici siciliani. Dopo un acceso dibattito è stato stilato un documento comune da presentare ai vari livelli istituzionali, per sapere che fine ha fatto la richiesta dello stato di calamità.

I danni nella passata campagna - è stato ricordato nell'incontro - sono stati enormi. Le stime parlano di almeno 220 milioni di euro nel comprensorio Igp di Mazzarrone che abbraccia 5 comuni e di più, molto di più, in quello di Canicattì che invece coinvolge 14 comuni in provincia di Agrigento e 11 in provincia di Caltanissetta. A tracciare il quadro sono stati i presidenti dei due Consorzi, Gianni Raniolo per Mazzarrone e Salvatore Lodico per Canicattì.

uva da tavola cracking

"E' un problema grave, abbiamo l'esigenza di un intervento pubblico - afferma Lodico - Ci siamo mossi sin da giugno 2018, abbiamo interpellato i vari assessorati provinciali ed è stato accertato lo stato di calamità, con danni superiori al 40% della produzione e alcuni vigneti dove è stato perso tutto. Non chiediamo soldi a pioggia, ma un aiuto per mantenere stabile il settore".

"L'annata 2018 è stata terribile per i produttori dell'Igp di Canicattì e Mazzarrone - aggiunge Ettore Di Ventura, sindaco di Canicattì - Il tentativo di questa iniziativa è sensibilizzare gli organi di governo affinché vengano adottate misure di aiuto per gli imprenditori messi in ginocchio dal cracking. Forme di agevolazione non tanto per risarcire il danno, ma per mettere le aziende nelle condizioni di poter affrontare la nuova annata agraria".

"Ci lasciamo alle spalle un anno difficile in cui il cracking ci ha fatto perdere tanto prodotto - rimarca Ignazio Gibino, presidente Giovani Coldiretti Sicilia - Gran parte del valore aggiunto dell'agricoltura agrigentina arriva dall'uva da tavola. Cerchiamo di fare la quadra per sollecitare la parte politica: qualche mese fa avevamo incontrato il presidente della Regione, ma a Roma è ancora tutto fermo sull'intervento in deroga al Fondo di solidarietà. Il crackoing non è assicurabile. Non molleremo finché non avremo un minimo di ristoro".

E anche il sindaco di Mazzarrone, Giovanni Spata, evidenzia il percorso fatto, con "l'attivazione di tutti i percorsi necessari per avere il riconoscimento della calamità e poter così accedere ai fondi".

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