Rete intermodale per l'ortofrutta tra Puglia e Basilicata

Il progetto coinvolge porti, stazioni e scali aerei per rilanciare export e competitività

Rete intermodale per l'ortofrutta tra Puglia e Basilicata
In un Sud carente di infrastrutture si sta lavorando per realizzare una nuova rete logistica intermodale che possa puntare sul porto di Taranto, sullo scalo aereo di Grottaglie (nella stessa provincia), e sulla stazione di Ferrandina, snodo agroalimentare ferroviario della regione Basilicata. Una rete utile per movimentare l’ortofrutta fresca del sud est barese, del Salento e del Metapontino verso i mercati esteri e ridare tono ai numeri dell'export. Lo scarto competitivo di queste due regioni che, da sole - secondo Fruitimprese - con 1,56 milioni di euro alimentano il 13% della Plv ortofrutticola italiana, pari a 11,8 miliardi nel 2018 - si gioca in buona parte sulla logistica.
 
Stando a quanto dichiarato e anticipato dal presidente dell’autorità portuale del capoluogo jonico Sergio Prete, il terminal container potrà tornare attivo grazie alla concessione alla turca Ylportche prevede la movimentazione di container per un milione di Teu nei prossimi cinque anni.

Rilanciare  il terminal significherebbe far riprendere i traffici agroalimentari per l’import e l’export che si erano interrotti da tempo. Durante i mesi autunnali poi dovrebbe essere attivata anche la piattaforma logistica da 40 milioni di euro, che presenta una piastra agroalimentare e cinque celle per un totale di 3400 metri quadrati con temperature che vanno dagli 0 ai -28 gradi.

Un’operazione che servirebbe come l’aria al sistema ortofrutticolo meridionale e tarantino nello specifico: nella classifica italiana delle province che esportano prodotti agroalimentari la provincia di Taranto si posiziona solo al 69esimo posto, pur segnando un aumento del 2,6% delle esportazioni, passate da 104 milioni di euro del 2017 a 107 milioni di euro di valore nel 2018. E’ quanto ha denunciato il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo, al recente tavolo operativo sull’export convocato dal ministero dello Sviluppo Economico a Palazzo Piacentini, per individuare insieme le migliori strategie e misure per supportare Taranto e la sua provincia sui mercati internazionali in settori “alternativi” alla produzione siderurgica.

Nel 2018 le merci movimentate nel porto di Taranto sono state pari a 4.951.895 tonnellate con una flessione del 13,3% rispetto all’anno precedente, quando la movimentazione era stata pari a 5.711.268 di tonnellate. "L’infrastruttura logistica ha perso 759.373 tonnellate, una performance negativa che l’agroalimentare jonico e soprattutto il segmento ortofrutticolo non può permettersi”, ha detto l'esponente Coldiretti dati alla mano.

“Se l’Italia non investe nelle vie di trasporto, soprattutto su rotaia, l’ortofrutta spagnola continuerà a dominare. arrecando danno alle produzioni ortofrutticole tarantine. Un chilo di agrumi di Palagiano per arrivare a Bruxelles devono percorrere meno chilometri rispetto a quelli necessari da Murcia a Bruxelles, ma dalla Puglia il viaggio dura 48 ore, da Murcia solo 36 ore”, ha insisto Cavallo. “Considerato che c’è già una differenza di 0,10 – 0,20 euro/kg a carico del prodotto di Palagiano, se si sommano le problematiche legate alla logistica, alle barriere fitosanitarie e alla burocrazia, la differenza di prezzo tra gli agrumi di Palagiano e quelli spagnoli raggiunge fino a 0,50 euro/kg in favore del prodotto spagnolo", conclude Coldiretti Tarant”.

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