«Luisa, un'uva più forte del clima bizzarro»

Laporta: «La campagna entra nel vivo con buone premesse per la varietà dal seme morbido»

«Luisa, un'uva più forte del clima bizzarro»
La campagna di Luisa, l'uva dal seme morbido nata da una ricerca varietale italiana, si fa anno dopo anno sempre più interessante. Lo conferma a Italiafruit News Michele Laporta, presidente dell'Op Agritalia. I soci dell'organizzazione di produttori di Barletta coltivano Luisa sia in Sicilia che in Puglia.

"Abbiamo preferito aspettare che l'uva arrivasse a un punto di maturazione corretto prima di avviare la commercializzazione, in modo da presentarci sul mercato con un rapporto ottimale tra grado Brix e acidità - spiega Laporta - Le partite precoci si trovano già da qualche settimana, ma noi abbiamo scelto di attendere: il clima di maggio ha messo a dura prova le uve da tavola, ma Luisa si è comportata molto bene, dimostrando di essere una varietà che sa rispondere anche alle situazioni climatiche più difficili: ora raccogliamo grappoli perfetti, sia come forma, grandezza degli acini e dolcezza".

Uva Luisa

Un buon prodotto, dunque, che anche da un punto di vista commerciale sta dando soddisfazione. "Già la scorsa stagione avevamo notato le buone performance di questa varietà - aggiunge l'imprenditore pugliese - Se le senza semi fanno registrare un +10%, le vendite di Luisa aumentano del 40%. Abbiamo a disposizione volumi molto interessanti e l'approvvigionamento negli areali siciliani e pugliesi ci dà un prodotto dalle analoghe caratteristiche, così riusciamo a soddisfare con continuità e regolarità le forniture".

Luisa è un'uva nata dalla ricerca della pugliese Grape&Grape. Il tratto caratteristico è il seme morbido. "Si mangia tutto - prosegue il presidente di Agritalia - e questo è un elemento riconoscibile e apprezzato dal consumatore: la presenza del seme garantisce l'aroma di moscato, ma allo stesso tempo non dà nessun fastidio. Inoltre, le persone più attente agli aspetti salutistici sanno dei benefici del seme e apprezzano quindi la sua discreta presenza all'interno dell'acino".

Uva Luisa

L'Op può contare su 25 ettari dedicati a Luisa e altri impianti entreranno in produzione nei prossimi anni. "Quest'anno avremo circa cinquemila quintali, contro i tremila dello scorso anno: c'è quindi la possibilità di soddisfare programmi importanti - rileva Laporta - Luisa è cresciuta tanto, superando i 150 ettari. Ma anche altre varietà sviluppate dalla ricerca Grape&Grape stanno performando bene: penso a Fiammetta, che sul precoce ha colmato un buco produttivo e all'Apulia Rose, che permette di avere costi di produzione leggermente più bassi rispetto alle senza semi tradizionali e questo aiuta le imprese ad essere più competitive sui mercati".

Luisa è proposta in una confezione in cartone con coperchio in plastica, una scelta che ha permesso all'Op pugliese di ridurre del 60% il consumo di materiali polimerici.



Ma ampliando lo sguardo all'intero comparto dell'uva da tavola, come è partita la campagna 2019? "Lo start è stato condizionato dal difficile clima di maggio: fioriture difformi che poi si sono riflesse in problemi di volumi e qualità, soprattutto per Vittoria e Black Magic - risponde Laporta - La stessa complicata situazione l'ha vissuta la Pizzutella, una bandiera della Puglia. I volumi sono sostanzialmente più bassi dello scorso anno, all'inizio sono saltati alcuni programmi con la Gdo, mentre i prezzi sono mediamenti più alti, tra il 10 e il 15%. Questi volumi non si recuperano più, ma sul prodotto tardivo c'è più ottimismo: luglio e agosto sono stati mesi asciutti e caldi, questo ha favorito la buona crescita delle uve e lo sviluppo di un grado Brix davvero interessante. Dopo le difficoltà iniziali - conclude Michele Laporta - noto un certo fermento positivo, sia in Puglia che in Sicilia".

Copyright 2019 Italiafruit News