«Crisi nocciole, servono incentivi ed aiuti»

Interrogazione urgente della senatrice Lonardo, che sollecita il ristoro dei danni ai produttori

«Crisi nocciole, servono incentivi ed aiuti»
Incentivi e atti concreti da parte del Governo a favore del comparto corilicolo. Un settore che riveste un’estrema importanza per l’economia campana e, in particolare, per la zona dell'Irpinia. E' quanto ha chiesto la senatrice di Forza Italia Alessandrina Lonardo, membro della nona Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare), con la presentazione di una interrogazione orale con carattere d’urgenza al premier Giuseppe Conte e al ministro Teresa Bellanova.

"Il 2019 ha visto un drammatico calo del ciclo produttivo della nocciola e la situazione contingente si sta ripercuotendo negativamente sull’intera filiera, dall’impresa agricola alle grandi aziende di trasformazione - ha spiegato Lonardo nell'interrogazione - Tutto ciò, come evidenziato dagli agronomi irpini, pare sia stato causato dai cambiamenti climatici, che hanno determinato una scarsa impollinazione del nocciolo e, di conseguenza, scarse produzioni".



Secondo la senatrice sono quindi necessarie "misure straordinarie. La gestione differenziata dei suoli, le tecniche colturali messe in atto dai tecnici agricoli e dagli agronomi non bastano più, ci vogliono varietà più resistenti, migliori impollinatori e tecniche gestionali nuove. Per i produttori occorre rivalutare il prezzo delle vendite per compensare il calo delle produzioni... si prospettano dei cambiamenti nei mercati internazionali che non rassicurano affatto. Entro tre anni, almeno trenta nuovi Paesi del mondo si affacceranno sul mercato internazionale della nocciola, con nuovi impianti, geneticamente e produttivamente all’avanguardia e Paesi emergenti come la Georgia e l’Azerbaijan". 

Appare evidente, osserva ancora Lonardo, che la situazione rischia di appesantirsi senza un’attività di governance che abbia un respiro nazionale. "Per tutte queste ragioni - ha concluso - ho chiesto di sapere se, valutata l'entità dei danni causati, sia pervenuta da parte del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, la richiesta di stato di calamità; se non si ritenga che sussistano i presupposti per riconoscere lo stato di calamità naturale e quali misure s'intendano mettere in campo per il ristoro dei danni subiti dalle aziende di una filiera tanto importante, per la nostra Regione, come questa”.
 
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