«Logistica nel caos, i costi schizzano alle stelle»

Rivoira e Paschetta: situazione tragica per le spedizioni di mele e kiwi

«Logistica nel caos, i costi schizzano alle stelle»
L’ultima ondata di maltempo ha ulteriormente isolato il Piemonte e la Liguria. Le aziende ortofrutticole che operano in questi due territori del Nord ovest e che devono spedire i prodotti in Italia ma anche all'estero si trovano ad affrontare difficoltà logistiche crescenti e, soprattutto, un netto aggravio dei costi di trasporto. Ce lo hanno confermato due importanti player del settore: il Gruppo Rivoira, tra i principali esportatori italiani di frutta, e l'Op Ortofruit Italia che sta commercializzando mele e kiwi sul territorio nazionale.

La prospettiva non è favorevole: per diversi mesi, infatti, il tratto autostradale dell'A6 fra Savona ed Altare, dove domenica scorsa è crollato il viadotto Madonna del Monte, continuerà a restare chiuso. Intanto, ieri, per scongiurare il rischio di una paralisi del traffico, il ministro delle infrastrutture Paola De Micheli ha consentito la riapertura della A26 in prossimità dei ponti Fado e Pecetti. 

"Stiamo vivendo una situazione veramente tragica, innanzitutto per il pesante incremento dei costi logistici dovuto alla modifica dei normali percorsi di viaggio - commenta Michelangelo Rivoira, patron dell'omonimo gruppo cuneese - Per il momento possiamo immaginare che la chiusura della A6 nel Savonese ci può costare dai 100 euro ai 200 euro in più per ogni container di mele e kiwi che deve arrivare nei porti liguri, toscani o laziali, oppure in Spagna e Francia”. 


Michelangelo Rivoira

Il gruppo Rivoira ha una capacità settimanale di spedizione di 120 container, la maggior parte dei quali sono destinati all’estero. Ciò significa che l’emergenza in corso potrebbe costare anche più di 20mila euro per ogni settimana. E non è tutto: i tempi di percorrenza per andare e tornare dai porti della Liguria si stanno allungando vistosamente: "Se fino a pochi giorni fa i nostri vettori facevano due viaggi al giorno, adesso ne riescono a fare a malapena uno" precisa l'imprenditore.

“Speriamo che il tratto chiuso della A6 possa riaprire nel giro di un semestre al massimo, altrimenti sarà un vero disastro per la nostra attività - prosegue Rivoira - Cinque o sei mesi di chiusura possiamo anche sopportarli, facendo i dovuti sacrifici”. 

"La A6 è da sempre una arteria stradale essenziale per le aziende ortofrutticole del cuneese, essendo il percorso più veloce per raggiungere coi mezzi pesanti la Liguria, la Spagna e la Francia", ribadisce, da parte sua, Domenico Paschetta, presidente di Confcooperative Piemonte e dell'Op Ortofruit Italia, con sede a Saluzzo. 

"La nostra provincia, già prima degli ultimi disastri, si trovava in seria difficoltà sul piano infrastrutturale. Basti pensare alla situazione paradossale della A33 tra Cuneo e Asti, tuttora non completata dopo più di 20 anni di lavori, o ai continui problemi del traforo del Colle di Tenda, al confine con la Francia. Come tutti gli operatori piemontesi - conclude Paschetta - dovremo quindi farci carico di nuovi costi logistici e ritardi nelle consegne ai nostri clienti della Liguria".


Domenico Paschetta


Massimo Del Pozzo, responsabile commerciale di Nord Ovest, azienda di Cuneo specializzata nella logistica oltremare, commenta: "Nonostante i disagi, tutto il programma di carico è stato regolarmente evaso. Ci sono però dei ritardi e sicuramente dei costi superiori dovuti a percorrenze non previste per il carico dei contenitori". 

"Speriamo che l'emergenza viabilità si possa risolvere veramente a breve - prosegue Del Pozzo - Oggi il Piemonte è tagliato in due. Serve quindi un piano d'investimento strategico a livello nazionale, anche in considerazione della prossima apertura della nuova piattaforma Maersk di Vado Ligure, che attende l'arrivo della prima nave il prossimo 12 dicembre. Il traffico nei pressi del nuovo terminal container deve, obbligatoriamente, tornare fruibile al 100%".


Massimo Del Pozzo

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