«L’uso di agrofarmaci si è dimezzato negli ultimi 30 anni»

Ma il consumatore non lo sa. Vanelli (Ad Syngenta): «Scienza Aperta» format di successo

«L’uso di agrofarmaci si è dimezzato negli ultimi 30 anni»
Grande successo per l'evento "Scienza Aperta" di Syngenta, tenutosi venerdì scorso al Fico Eataly World di Bologna. L'azienda, per questa quarta edizione dell'iniziativa, ha voluto parlare direttamente ai consumatori e comprendere il loro livello di conoscenza su alcuni temi centrali dell'agricoltura: agrofarmaci, genetica, metodi di coltivazione, innovazione, etichette e così via. "Negli anni scorsi avevamo cercato di avvicinare la scienza a stakeholder del settore e altre realtà, per esempio istituzioni e giornalisti. Adesso crediamo che sia giunto il momento di andare oltre, in quanto le persone hanno bisogno di avere informazioni corrette per essere più consapevoli delle loro scelte di acquisto quotidiane", ci ha spiegato, a margine dell'evento, l'amministratore delegato di Syngenta Italia, Riccardo Vanelli.

Siete soddisfatti di questa edizione di "Scienza Aperta"?
Certo. La giornata è stata molto interessante e per certi versi illuminante. Abbiamo cercato di collegare il mondo della scienza con quello dei consumatori, anche perchè sappiamo bene che spesso la scienza rischia di essere un po' lontana dalla grande platea delle persone. 

Cosa avete organizzato nel concreto?
Il nostro approccio è stato diverso rispetto a quello dei classici convegni. Il pubblico, attraverso una App per smartphone, ha avuto la possibilità di rispondere a una serie di quiz a risposta multipla, concentrati su potenziali bufale e/o false informazioni che toccano il mondo dell'agroalimentare a 360 gradi. A ogni risposta sono seguiti dei dibattiti con il supporto di un panel di esperti - Deborah Piovan (imprenditrice agricola e portavoce del progetto Cibo per la mente), Luigi Cattivelli (Crea), Lucilla Titta (biologa e nutrizionista), Ettore Capri (Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza) ed Alessandro Sessa (Altroconsumo) - che ci hanno aiutato ad argomentare i temi trattati.

Ci può fare un esempio di falso mito o tabù legato al cibo? 
La maggior parte del pubblico pensava che l'uso di agrofarmaci fosse aumentato negli ultimi anni. Una percezione ovviamente sbagliata, visto che il loro utilizzo si è ridotto del 50% circa negli ultimi 30 anni. 



E sul biologico, cosa è emerso? 
Che le persone spesso non sanno veramente cosa c'è dietro al metodo di coltivazione biologico e del fatto che esso preveda anche l'utilizzo di agrofarmaci.  

Si è parlato anche specificatamente di frutta e verdura? 
Sì. La dottoressa Lucilla Titta ha esposto i risultati di recenti studi scientifici che evidenziano l'importante contributo del consumo di ortofrutta alla riduzione di diversi tipi di cancro, indipendente dalla tipologia di coltivazione. Poi abbiamo discusso di innovazione e scoperto, ad esempio, che non tutti conoscono novità come la mela Kanzi, la mini anguria o la passata di pomodoro datterino.

Qual è la cosa che, in assoluto, l'ha sorpresa di più? 
Sicuramente il coinvolgimento dei giovani delle Scuole superiori di Agraria. Si sono mostrati molto interessati ad avere una opinione fondata su elementi scientifici.

Visto il successo di questo format, quali sono i prossimi passi che potreste fare? 
Stiamo pensando a una diffusione più ampia di momenti come Scienza Aperta, per esempio andando nelle piazze delle città. Perchè penso che oggi ci sia una esigenza di fondo della società di avere una maggiore consapevolezza sui cibi che si portano in tavola e, soprattutto, su come essi vengono coltivati. E' fondamentale che scienziati e consumatori si incontrino e insieme possano sfatare i falsi miti e le fake news legati all'agroalimentare.
Un’azienda come Syngenta è consapevole del proprio ruolo primario nella diffusione di una cultura di settore reale e oggettiva e proprio per questo promuove un approccio scientifico alla conoscenza, basato sulla corretta acquisizione e trasmissione di informazioni, senza passare da interpretazioni che derivino dalle tradizioni del senso comune.

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