Si sgonfiano le vendite dei prodotti sostitutivi della carne

Burger, crocchette e polpette vegetali perdono terreno: i dati

Si sgonfiano le vendite dei prodotti sostitutivi della carne
La riscossa della carne impatta sui consumi dei prodotti sostitutivi a base vegetale che, secondo i dati Nielsen elaborati da Nomisma e pubblicati nel Rapporto Coop, nell'ultimo anno registrano un calo delle vendite del 4,7%.

I wurstel vegetali che crollano del 40,5% sono l'esempio più eclatante, ma anche i piatti pronti - quelli a maggior contenuto di servizio e che meglio interpretano i trend di consumo attuali - hanno il segno meno: le vendite di burger, crocchette e polpette vegetali registrano perdite in una forbice tra il 6 e il 7%.



"Questi prodotti, che avevano avuto negli anni precedenti un significativo sviluppo, sembrano non essere riusciti a corrispondere alla richiesta dei consumatori di una reale alternativa alle proteine animali - questa l'analisi contenuta nel rapporto - sia in termini nutrizionali che di gamma di offerta".

E pensare che il contenuto proteico degli alimenti è tra gli elementi a cui gli italiani danno più importanza. Le proteine, infatti, sono alla base di molte delle diete più seguite dai nostri connazionali, siano esse dimagranti oppure pensate appositamente per chi fa attività fisica e sportiva.



I dati dell’ultimo anno confermano questo trend. Sono aumentate le vendite di prodotti a medio-alto contenuto di proteine e di fibre (entrambi +1,6%). Al contrario, gli italiani limitano l’acquisto di prodotti ricchi di carboidrati e grassi, mentre aumentano le vendite di prodotti a medio basso-contenuto: +1,2% per i carboidrati e +1,3% per i grassi.

I consumi di carne, come anticipato, beneficiano di questa nuova attenzione degli italiani per le proteine: le vendite hanno fatto segnare nel 2019 un incremento del 2,3% tra i banchi della Gdo italiana. Mentre l'alternativa vegetale non è riuscita a difendere le posizioni conquistate, nonostante la maggior parte di questi prodotti possa essere annoverata tra i ready to eat, i piatti pronti che come testimoniato dai dati Nielsen continuano a crescere del 9,3% nel primo semestre 2019 per un giro d’affari del comparto di circa 1,6 miliardi di euro.

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