«La sostenibilità? E' come un concerto»

Dalpiaz: venerdì in Trentino amplieremo gli orizzonti coinvolgendo la Gdo

«La sostenibilità? E' come un concerto»
Allargare l’orizzonte per cercare strumenti condivisi di valorizzazione del prodotto finalizzati al “fair price” o “reddito equo”, così da scongiurare l’ulteriore indebolimento della fase agricola e il rischio di minare la disponibilità e la qualità dei prodotti italiani: sarà un convegno di ampio respiro quello che venerdì pomeriggio, all’auditorium Cocea di Predaia (Trento), farà sedere attorno allo stesso tavolo rappresentanti delle diverse fasi della supply chain che approfondiranno il tema della sostenibilità partendo dalla base produttiva agricola per arrivare a figure chiave dello scenario cooperativo e del sistema distributivo.

“Con il recente documento di orientamento denominato Green Deal, le politiche europee che interpretano le sollecitazioni dei cittadini - intesi come consumatori ma anche fruitori di ambiente e territorio - intendono dare una decisa spinta alle pratiche sostenibili”, puntualizza Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot e Assomela.

“I produttori ortofrutticoli si trovano pressati da costanti richieste della distribuzione di integrare la domanda crescente di ambiente e sicurezza proveniente dai cittadini nei loro schemi di lavoro, ma in uno scenario di competitività tra retailer che tende a comprimere i prezzi al ribasso è chiaro che il produttore agricolo corre il rischio di essere portato ai margini della sostenibilità economica”. 



L’indebolimento della fase agricola, aggiunge Dalpiaz “si va a ripercuotere non solo sulle aziende, ma anche sulla disponibilità di prodotti italiani, con la loro qualità, controlli e sicurezza, oltre che sulla possibilità di valorizzare i territori di produzione proprio per mezzo della presenza degli agricoltori, che non può esserci senza una redditività sufficiente”. Il rischio, se non si interviene, sottolinea ancora il direttore di Apot, è quello di compromettere un comparto economico fondamentale proprio per garantire ai cittadini-consumatori quei beni, alimentari ed ambientali, che chiedono.

Un tema importante, che non può essere affrontato con un approccio locale, ma necessita di una “sistemizzazione”: “Il problema del conflitto sociale tra agricoltura e collettività, forse sottovalutato nella componente agricola della filiera - dice Dalpiaz - va discusso con più apertura e coraggio. E per farlo, è necessario cercare un fronte di condivisione tra i produttori e un dialogo con una dose aggiuntiva di reciprocità tra agricoltura e distribuzioneUno schema di lavoro che presenta analogie sorprendenti con le regole del mondo della musica e direzione d’orchestra, che a sua volta richiede capacità di ascolto, cura nei rapporti e capacità di direzione e coordinamento tra persone, note e strumenti per sviluppare quelle che si chiamano armonie”.



Da qui l’impostazione del convegno, con al centro una sostenibilità più definita, centrata in questo caso sulla componente economica e sulla ricerca di strumenti di valorizzazione del prodotto finalizzati appunto al “fair price” o “reddito equo”.

Nell’incontro di venerdì alle ore 17.30, dopo il saluto introduttivo del presidente di Apot Ennio Magnani, Dalpiaz illustrerà il bilancio di Sostenibilità del sistema frutticolo trentino-edizione 2020; a seguire dibattito tra Maurizio Gardini, presidente Confcooperative, Ettore Prandini, leader Coldiretti, Francesco Avanzini, direttore generale Conad e Maura Latini, amministratore delegato Coop Italia. A tirare le conclusione dei lavori moderati da Roberto Della Casa, managing director Agroter-Italiafruit News, sarà Andrea Segrè, presidente Fondazione Edmund Mach. Ospite d’eccezione Daniele Agiman, direttore d’orchestra e titolare della cattedra di Direzione d’orchestra al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.

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