«Vogliamo ridare vita a 200mila ettari di castagneti»

«Vogliamo ridare vita a 200mila ettari di castagneti»
Venerdì 14 febbraio si è tenuto a Barge (Cuneo), presso il Cinema comunale, il partecipatissimo convegno “Castanicoltura da frutto in Piemonte”. In sala erano presenti 300 persone, tra tecnici, studenti e castanicoltori. 

L’incontro è stato organizzato su iniziativa dell’Unione Montana Barge-Bagnolo Piemonte, in collaborazione con Agrion, Disafa, Uncem e Centro Regionale di Castanicoltura, per ragionare sul ruolo strategico della coltivazione del castagno in Piemonte tramite gli interventi degli esperti e delle istituzioni che operano sul territorio regionale e nazionale. Hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa anche Unione Montana del Pinerolese, Unione Valli Chisone e Germanasca, Unione del Monviso, Gal Terre Occitane e Gal Escartons e Valli Valdesi.

Dopo il caloroso benvenuto della presidente dell’Unione montana Barge-Bagnolo Piemonte, nonché sindaca del Comune di Barge, Piera Comba, ha preso la parola Giacomo Ballari, presidente di Fondazione Agrion, ringraziando tutti i relatori ed i rappresentanti delle istituzioni regionali e degli enti locali per aver preso parte ad un incontro così importante per il futuro dell’agricoltura piemontese. “Sul territorio stiamo riscontrando sempre più interesse ad investire sulle aree montane - ha dichiarato Ballari - Dobbiamo dare risposte concrete a questa crescente richiesta e la Fondazione Agrion è pronta a mettere a disposizione le sue competenze per sostenere ed accompagnare chi desidera investire in questo ambito. Ci auguriamo che l’incontro di oggi diventi un appuntamento annuale, affinché si realizzi un percorso di affiancamento per essere sempre aggiornati sugli sviluppi della filiera del castagno in Piemonte. Un tempo questa coltivazione ha rappresentato tanto per i territori e per intere generazioni di famiglie, ed oggi costituisce un’opportunità concreta anche per i giovani imprenditori".

Il castagno è una delle specie di riferimento delle terre alte piemontesi. La montagna rappresenta il 52% della superficie regionale. Il castagno da frutto in Piemonte è diffuso su oltre 4.000 ettari a cui si possono sommare gli oltre 150.000 ettari di castagno a prevalente destinazione da legno. Così come in passato, quindi, la coltivazione del castagno rappresenta la chiave per fare della castanicoltura, non solo un’attività remunerativa e in grado di partecipare con forza allo sviluppo dell’economia in Piemonte, ma anche un’opportunità per il recupero e la riqualificazione produttiva di terreni abbandonati tramite tecniche di coltivazione moderne.

"Oggi aggiungiamo un altro prezioso tassello al percorso condiviso iniziato nel 2014, per offrire nuove opportunità alla filiera del castagno e rilanciare, così, un pezzo straordinario di biodiversità – ha affermato Marco Bussone, presidente Uncem - Mi riferisco al Masterplan Castagno realizzato con Regione, Ipla, Disafa, i vari Gal e le Unioni montane, per ridare vita a 200mila ettari di castagno in Piemonte, dei quali solo 10mila oggi sono produttivi. Si tratta, non solo di una sfida colturale, ma anche culturale, da trasmettere alle nuove generazioni. Il castagno è l’emblema dello sviluppo locale, di una nuova economia di territorio, per questo la castanicoltura è una speranza che ci dà fiducia e nuovi stimoli per il nostro lavoro. Si tratta di una vera missione per il Piemonte. Siamo la Regione italiana con più castagneti e Chiusa di Pesio, con il Centro di Castanicoltura, è un punto di riferimento in Europa. Per il Psr 2022 dobbiamo trovare nuove soluzioni per offrire progettualità concrete.”

“La castanicoltura necessita di alcuni interventi strutturali per mettere i produttori in condizione di essere competitivi – ha dichiarato il senatore Mino Taricco. Per la realizzazione di nuovi impianti, il recupero o la sostituzione di quelli abbandonati, il miglioramento delle tecniche colturali e di gestione del castagneto, è certamente indispensabile anche il recupero di risorse, e soprattutto nella nuova programmazione di fondi europei che è alle porte, e nelle azioni di attuazione del Green Deal Europeo, si può lavorare per misure che sostengano l’agricoltura, ed in particolare la castanicoltura, per sostenere l’ambiente e la presenza e l’iniziativa delle aziende agricole in quei territori, ma bisogna avere progettualità ed idee chiare, anche per il trasferimento delle informazioni. Questo incontro rappresenta sicuramente il punto di partenza di un lavoro che bisognerà sviluppare e sostenere per definire una strategia di sviluppo della castanicoltura.”

“Lo sviluppo del Piemonte può passare certamente dalla montagna - ha affermato Fabio Carosso, vicepresidente della Regione Piemonte e assessore alla montagna -. Dobbiamo capire come tornare ad essere orgogliosi di quei territori che un tempo offrivano tante possibilità alle famiglie che li abitavano, ecco perché diventa necessario trovare strategie per lo sviluppo della montagna in Piemonte. La castagna rappresenta una delle nostre eccellenze: bisogna trovare il modo di aumentarne il valore. Da qui l’esigenza di inserire, nel prossimo Psr, una nuova voce che riguarderà il marketing e lo sviluppo delle castagne e del legno di castagno. Abbiamo anche intenzione di mettere a disposizione finanziamenti per chi utilizza prodotti e materiali locali per la realizzazione o il recupero del castagneto, così da accorciare la filiera. In Regione faremo il possibile per accompagnarvi in questo percorso di sviluppo.”  

L’incontro ha quindi consentito di entrare nel merito di alcuni tra gli aspetti principali legati alla castanicoltura da frutto, come le tecniche più avanzate di coltivazione e di difesa sostenibile alle avversità, le attività di ricerca ed innovazione condotte, e molti altri aspetti chiave per il rilancio di questa coltivazione sul territorio. In merito, si sono succeduti i relatori Gianfranco Latino (Assessorato all’Agricoltura Regione Piemonte), Carlo Pirazzoli, Alessandro Palmieri (Unibo), Lorenzo Berra (Fondazione Agrion), Gabriele Beccaro, M. Gabriella Mellano (Unito-Centro Regionale di Castanicoltura), Alberto Alma, Chiara Ferracini, Paolo Gonthier, Luana Giordano, Guglielmo Lione (Disafa).

Fonte: Ufficio stampa Agrion