«La preoccupazione della Gdo europea è inopportuna»

Cso: i prodotti italiani sono sicuri, non possono essere veicolo di propagazione del virus

«La preoccupazione della Gdo europea è inopportuna»
La diffusione del Coronavirus preoccupa la Gdo europea. In seguito alla diffusione dell'epidemia in Italia, alcune catene estere stanno infatti chiedendo alle aziende italiane garanzie sul fatto che i prodotti Made in Italy siano sicuri e controllati. Una richiesta che è però del tutto inopportuna secondo Paolo Bruni, presidente del Cso Italy

"Come dichiarato dal virologo Massimo Andreoni, professore di Malattie Infettive all’Università Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, uno dei massimi esperti italiani in materia, il virus non può sopravvivere a lungo al di fuori delle cellule umane e restare aggressivo depositandosi sulle superfici. Quando è nell’ambiente perde la sua carica infettiva e diventa praticamente innocuo", sottolinea Bruni parlando anche a nome dei propri associati. 

In questi ultimi giorni, le aziende tricolore stanno subendo “troppi comportamenti immotivati collegati all’emergenza Coronavirus - prosegue Bruni - che rischiano di impattare in modo sostanziale sull’attività”. Si temono, in particolare, ricadute negative sull’export e sul commercio ortofrutticolo internazionale. “Il pericolo che stiamo correndo - ha precisato Bruni - è che in maniera assolutamente immotivata la distribuzione si possa rivolgere ad altri Paesi produttori, con il rischio di perdere le nostre quote di mercato. Stiamo parlando di oltre 3,6 milioni di tonnellate di ortofrutta, per un valore complessivo di circa 4 miliardi di euro, che non possono essere in alcun modo collegate con il Coronavirus”.

Sul fronte dei trasporti e della logistica, osserva ancora Bruni, “le decisioni dei Paesi confinanti stanno creando grande insicurezza, perché non consentono al nostro sistema di organizzare spedizioni con la certezza che le merci possano arrivare a destinazione. Occorre quindi una forte pressione diplomatica affinché l’Italia non rimanga isolata dal resto d’Europa”. E anche per la manodopera ci sono criticità. “Si sta assistendo in queste ore alle dimissioni di un cospicuo numero di operai agricoli stranieri - dice Bruni - che stanno facendo ritorno al Paese di origine per il timore che, a breve, questo non sia più loro consentito dalle autorità sanitarie".

“L’Italia sta mettendo in campo tutte le misure necessarie per la tutela della salute pubblica mirate a limitare il contagio - conclude il presidente del Cso Italy - Occorre però un maggiore coordinamento e una corretta e trasparente comunicazione che riporti la problematica nel giusto ambito. E’ fondamentale per tutto il tessuto economico definire una strategia di comunicazione volta a chiarire che quanto sta accadendo realmente nel nostro Paese è il risultato di una attività di monitoraggio particolarmente capillare, mirata a contenere la problematica nell’ambito dei focolai finora scoperti e che i prodotti italiani sono sicuri e non possono essere veicolo di propagazione del virus. I sistemi di controllo italiani, peraltro, sono tra i migliori al mondo e i prodotti tra i più sicuri".

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