Coronavirus, la fondazione Agrion non si ferma

Coronavirus, la fondazione Agrion non si ferma
L’emergenza da virus Covid-19 sta mettendo a dura prova numerose realtà sull’intero territorio nazionale con drammatiche ripercussioni sulla salute dei cittadini, ma che rischiano di ipotecare anche attività strategiche e vitali per la tenuta del sistema Italia.

La filiera agroalimentare sta garantendo la produzione e l’approvvigionamento di beni di prima necessità alla popolazione e deve essere adeguatamente supportata assicurandole i servizi essenziali per un corretto funzionamento
La Fondazione Agrion è al servizio delle filiere attraverso le attività di ricerca, sperimentazione e coordinamento tecnico della gestione agronomica delle produzioni delle differenti specie ortofrutticole coltivate in Piemonte. Queste attività non si possono interrompere: mentre gran parte del personale amministrativo si è organizzato in modalità smart-working, i tecnici e i ricercatori proseguono le loro attività in campo nel rispetto delle norme igienico sanitarie, della distanza di sicurezza interpersonale e di tutte quante le disposizioni previste dal Decreto del Consiglio del Ministri per contenere il contagio da coronavirus. 

I quattro centri ricerche di Agrion, concentrati sulle rispettive competenze: Manta (fruttiferi maggiori), Boves (ortaggi, piccoli frutti e castagno), Cravanzana (nocciolo) e Carpeneto (vite e nocciolo), sono aperti e operativi e stanno garantendo le attività di base necessarie alla fornitura dei servizi indispensabili come il coordinamento di tutti i tecnici di base che garantiscono la capillare distribuzione dei consigli tecnici per la gestione e difesa delle colture. Non ci possiamo permettere che i patogeni chiave stagionali, non opportunamente controllati, mettano a repentaglio le produzioni con incalcolabili danni a tutto il comparto agroalimentare.

Le attività dei centri, tuttavia, non sono rivolte soltanto alla soluzione delle criticità contingenti legate alla sufficiente fornitura di derrate alimentari, ma anche alla tenuta delle filiere produttive nel medio periodo.

L’innovazione varietale, la sperimentazione di sistemi di gestione agronomica ecocompatibili ad alto rendimento - in sostanza tutti gli strumenti da mettere a disposizione delle filiere per reggere l’urto della situazione globale che scaturirà dal post-pandemia - devono continuare ad aggiornarsi.

In merito, ad esempio, informiamo che nella sola azienda sperimentale di Manta sono state appena messe a dimora un centinaio di nuove varietà/selezioni, potenzialmente migliorative dello standard coltivato, suddivise tra le differenti specie di fruttiferi presenti in regione. Fondamentale l’attività di confronto varietale nell’ottica della verifica dell’adattabilità al territorio attraverso la valutazione del profilo agro-pomologico, qualitativo dei nuovi materiali. 

Oltre al melo, pero, pesco, albicocco, susino, ciliegio e kiwi, storiche specie di riferimento in Piemonte, Agrion è da sempre impegnata in percorsi di innovazione che permettano alla filiera di arricchire il paniere di specie coltivate in funzione dell’evoluzione della domanda da parte dei consumatori e della evoluzione dei mercati.

A tal proposito, quest’anno, sono state introdotte in sperimentazioni una serie di varietà di due specie che stanno generando importanti aspettative da parte degli operatori. Il noce e il mandorlo rappresentano infatti la “nuova frontiera” e una importante opportunità di innovazione.

Nel centro ricerche di Manta sono state messe a dimora una decina di recenti cultivar di noce che andranno valutate attraverso collaudati protocolli sperimentali, mentre la “prova mandorlo” - che confronta le più recenti varietà - è stata allestita in doppio nell’azienda sperimentale di Manta e in quella di Carpeneto, nell’alessandrino, dove è ancora presente una storica tradizione nella coltivazione del mandorlo che merita di essere alimentata e rinnovata.

Fonte: Ufficio stampa Agrion