Vendite in Gdo, una crescita senza più picchi

Il punto con le catene distributive: prodotti e formati a confronto

Vendite in Gdo, una crescita senza più picchi
Vendite ancora in crescita per il reparto ortofrutta della Gdo, ma senza altri picchi come nella settimana 11. Il Monitor Ortofrutta di Agroter continua l’analisi dei trend per la settimana appena conclusa con il nuovo servizio Quick Service (clicca qui per maggiori informazioni), verificando gli effetti del coronavirus sul mercato distributivo con altre tre importanti catene italiane. Il quadro della penisola sembra avere diversi elementi di omogeneità, ma ci sono anche alcune peculiarità dovute sia all’area geografica sia ai format distributivi.

Entriamo subito nel vivo dell'analisi con Giorgio Moschini, responsabile acquisti verdure e IV Gamma Il Gigante (Gruppo Selex), con una rete di quasi 70 negozi tra il Piemonte e, principalmente, la Lombardia ed una forte concentrazione proprio nelle zone inizialmente più colpite dal coronavirus.

Nella settimana appena chiusa, la 13, il reparto registra trend positivi rispetto al 2018, ma meno significativi rispetto al picco della week 11 in cui, ormai, “la gente si era letteralmente riempita la casa di provviste - sottolinea Moschini - in ogni caso il comparto delle verdure cresce più della frutta e chiude la settimana passata con un +65%, mentre la IV Gamma ha trend molto meno eclatante, ma sempre positivi (+7%). Questo è dovuto al cambiamento dei consumi domestici, la gente si diletta maggiormente nelle preparazioni casalinghe”.

Anche tra i negozi ad insegna Il Gigante, i format più di vicinato crescono maggiormente rispetto alle superfici più grandi, come gli iper, anche per l’impossibilita di spostamento del consumatore da comuni diversi. “Oltre alle maggiori restrizioni, la ressa nelle gallerie degli iper spaventa maggiormente i nostri clienti”, evidenzia il manager che, parlando delle famiglie di prodotto, indica che “si rilevano sopra media tutti i prodotti adatti alle preparazioni, come zucchine, broccoli, cavolfiori. Trend così positivi sono legati anche a un diverso clima, rispetto all’anno scorso nello stesso periodo. I pomodori, invece, hanno risentito della situazione e mostrano minori consumi nelle varie tipologie”.

“In generale - prosegue Moschini - il prodotto c’è e non rileviamo particolari problemi di approvvigionamento, a parte per alcune orticole provenienti dalla Puglia, come asparagi e cavolfiori, o come le zucchine dalla Sicilia”.

Qualche problema si riscontra, ovviamente, nelle piattaforme di distribuzione. “C’è un rallentamento fisiologico nelle consegne, anche se poi sono sempre state capillari e continuative. Nei negozi, oltre agli ingressi controllati, viene sempre anche misurata la temperatura corporea prima dell’entrata a tutti i clienti, ma anche a tutti i dipendenti. Abbiamo negozi proprio all’interno delle prime zone rosse - come Lodi e Piacenza - e certe precauzioni sono da tempo fondamentali. Anche dal punto di vista logistico se ci sono stati rallentamenti è per la messa in sicurezza dell’operatività del personale".

Moschini chiude sottolineando che “adesso la gente sta cominciando a capire come muoversi nelle nostre aree. Non c’è più l’assalto ai negozi, non più le code chilometriche e l’affluenza si sta maggiormente distribuendo nei diversi giorni della settimana, con meno picchi rispetto alle prime settimane di restrizione domiciliare: nella settimana 11, il sabato e domenica eravamo stati veramente assaliti”.



Passiamo ora a Fabio Cafaro, responsabile acquisti ortofrutta e carne Margherita Distribuzione (che comprende i negozi ancora ad insegna Auchan e Simply), ci parla dell’andamento per il reparto ortofrutta nelle diverse regioni in cui opera l'azienda: Veneto, Piemonte, Sardegna, Lombardia, Marche, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia.

Il reparto chiude in costante aumento nella settimana 13, con un +19%. E' andata in modo simile anche nelle due settimane precedenti - specifica il manager - senza particolari picchi, neanche nella week 11. Nell'ultima settimana, a livello di format, gli ipermercati performano positivamente (+9%), ma in modo meno marcato rispetto ai supermercati, superstore e ultra prossimità (+30%). A livello geografico Piemonte, Sardegna e Campania hanno registrato performance più attenuate nel canale Iper; in generale nelle grandi strutture la difficoltà si rileva soprattutto al sabato. Bene, invece, tutte le superfici piccole e medie, indipendentemente dall'area geografica”.

Passando alle categorie, invece, Cafaro rileva picchi "nelle mele e pere (+33%), negli agrumi (+77%), nei legumi secchi (+33%), in patate e cipolle (+50%) e in generale nelle verdure compatte e a foglia (+33%). Molto in sofferenza l’esotico e i piccoli frutti (-33%), la IV Gamma (-10%), la frutta secca (-15%) e le fragole (-22%)”.

Non si hanno particolari problemi di approvvigionamento, salvo qualche partita proveniente dalla Sicilia, ma per lo più dovuti al maltempo. "In generale rileviamo solo un 2-3 % di inevasi, che è tutto sommato fisiologico vista la situazione in cui stiamo operando . Vorrei fare i complimenti al mondo della produzione – rimarca il responsabile acquisti ortofrutta e carne Margherita Distribuzione – perché in questa situazione di estrema criticità (dovuta a una domanda imprevedibile, il clima avverso di questa settimana e tutti gli aspetti legati alla gestione con l'applicazione delle nuove norme per la sicurezza) ha offerto un ottimo servizio”.

In questa situazione così particolare, il modo di acquistare ortofrutta è mutato. Ci sono alcuni aspetti che, secondo Cafaro, hanno maggiormente inciso sul cambiamento della modalità di spesa. “Prima di tutto il poco tempo disponibile, con una forte pressione a fare in fretta, dovuta alla gente che aspetta. Poi notiamo l'eliminazione del superfluo. Prima di questa crisi era un problema se nei negozi venivano a mancare per esempio i berries, ora è molto difficile vendere prodotti come i frutti di bosco, in generale penalizzati gli acquisti d’impulso. A questo si aggiunge la variabile della deperibilità, che porta a preferire prodotti che durano di più, quindi scortabili. Infine il tema del confezionato, che velocizza l'atto di acquisto, anche se questo non sembra valere per la IV gamma. In effetti la gente ora ha più tempo e sta, in un certo senso, tornando al passato, prediligendo il prodotto da preparare. In questo momento la prima gamma confezionata sembra il compromesso migliore”.

Cafaro conclude sottolineando come “la situazione non si risolverà velocemente, e questo vale anche per il dopo emergenza. Quello che possiamo fare è veicolare le vendite offrendo maggior prodotto confezionato sia egalizzato che peso prezzato, in modo da agevolare la velocità di acquisto”.



Chiudiamo con Augusto Cattani, responsabile area freschissimi Commercianti Indipendenti Associati, Cooperativa del sistema Conad con oltre 250 negozi localizzati nelle aree Nielsen 1, 2 e 3 (il 75% dei punti vendita localizzato in area Nielsen 2). Come in tutta la Distribuzione italiana, anche in Conad Cia il picco delle vendite si è registrato tre settimane fa (durante la week 11), mentre nelle settimane seguenti i trend sono stati sempre positivi, ma più contenuti. “La settimana appena conclusa, la numero 13, si è chiusa positivamente per le vendite del reparto ortofrutta, senza registrare - osserva Cattani - importanti scostamenti rispetto ai trend della settimana precedente, cioè la 12. Le vendite del reparto ortofrutta, al momento, seguono lo stesso andamento delle vendite complessive del totale negozio”.

A livello di categorie e famiglie di prodotto, Cia rileva trend sopra la media per “agrumi, mele, patate, carote, cipolle e brassicacee. Mentre sono molto sotto media le fragole e altri prodotti di breve conservazione”. Inoltre, si rilevano problemi di reperimento prodotto “principalmente per le arance (sia per il boom delle vendite ma anche per il fine stagione in vista), poi per i cavoli e i broccoli. In misura minore nelle mele”.

Anche in Cia, come in altre realtà distributive, le vendite non sono costanti a parità di tipologie di negozio. “I formati distributivi - sottolinea il manager - performano in modo diverso e, all’interno dello stesso canale, registriamo andamenti molto diversi tra i negozi, dipendenti anche dalla posizione geografica. In generale i punti vendita di attrazione sono quelli che hanno le maggiori difficoltà, mentre i negozi di prossimità e ultra-prossimità stanno registrando le crescite maggiori”.

“Come azienda abbiamo attivato tutte le misure precauzionali e di controllo indicate dai provvedimenti governativi”, puntualizza Cattani. Tuttavia, parlando di problemi e criticità legati alla situazione di emergenza, rileva come la gestione dei clienti all’interno dei negozi, in particolare il controllo degli ingressi, sia difficoltosa.

Ma quando l'emergenza sarà rientrata, le abitudini dei consumatori saranno mutate? Gli italiani preferiranno maggiormente il piccolo dettagliante tradizionale rispetto alla Gdo, pensando così di sostenere i produttori italiani? Sono domande che, soprattutto sui media generalisti, stanno prendendo piede, dimenticando però che la stragrande maggioranza del prodotto venduto nella Gdo è nazionale, soprattutto nel reparto ortofrutta.
“Cia sta già lavorando nel potenziare la comunicazione sia sul prodotto nazionale, sia sul prodotto locale, in tutte le aree dove è presente - commenta Cattani - Riteniamo che i clienti sceglieranno dove fare i loro acquisti in base al livello di servizio offerto: qualità, assortimento, prezzi, comodità di spesa ed altri fattori”.

“Certamente questa situazione di criticità non si risolverà in tempi brevi - conclude Augusto Cattani - e riteniamo che gli andamenti delle vendite, sia per i prodotti che per i canali, si accentueranno nelle prossime settimane con le stesse dinamiche che stiamo osservando oggi”.

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