Pesche, oltre un certo valore non si vende

Euro-ortofrutticola del Trigno: «La domanda è scesa rispetto al 2019»

Pesche, oltre un certo valore non si vende
Un’annata tutto sommato positiva per la frutta estiva abruzzese, con prezzi discreti ma non allineati alle previsioni iniziali per via della domanda rallentata

“In altre stagioni, viste le condizioni di scarsa produzione nazionale e spagnola, le quotazioni di pesche e nettarine sarebbero salite alle stelle. Questo non si è verificato perché molte famiglie possono spendere meno soldi a causa delle difficoltà lavorative determinate dal coronavirus. In alcuni momenti della campagna in corso, infatti, si è visto che la richiesta dei mercati calava bruscamente non appena si andava oltre un certo prezzo. E ciò, di conseguenza, portava serie difficoltà nelle vendite”, spiega a Italiafruit News Piero Spidalieri, direttore commerciale ortofrutta dell'Euro-ortofrutticola del Trigno, cooperativa di San Salvo (Chieti) che gestisce circa 350 ettari di pesche e nettarine, oltre a 50 ettari di albicocche e 70 di susine.



Dal punto di vista produttivo, gli areali frutticoli dell’Abruzzo hanno avuto la fortuna di non aver subito gelate. Ma l’inverno mite ha determinato comunque una riduzione del potenziale produttivo nell’ordine del 20-25% rispetto ad un’annata normale. Mediamente buona la qualità gustativa dei frutti.

“La gran parte della nostra frutta estiva è stata finora distribuita in Austria e Svizzera. Poi abbiamo servito diverse catene italiane della Gdo e qualche gruppo in Germania. La nettarina è l’articolo più venduto, nel rapporto di 10 a 1 con la pesca”, evidenzia Spidalieri. Da circa due settimane, l’offerta della cooperativa include anche le pesche ghiaccio bio, caratterizzate dalla buccia chiara, dall’elevata dolcezza e dalla buona tenuta in post raccolta (“può durare anche 20 giorni”). Una specialità che Euro-ortofrutticola del Trigno sta vendendo soprattutto in Italia. 

“Finora abbiamo raccolto circa metà della nostra produzione bio di pesche giaccio, che quest’anno dovrebbe attestarsi sui mille quintali - prosegue il responsabile commerciale - Il prodotto è molto buono ma è anche estremamente delicato, dunque può essere facilmente rovinato dagli acquazzoni estivi e deve essere sempre lavorato a mano da maestranze specializzate”.




“Un’altra delle nostre specialità è la percoca, la specie peschicola più buona da mangiare in assoluto, ma anche la meno conosciuta. La distribuiamo soprattutto al Centro e Sud Italia e in Veneto, per quanto riguarda il Nord. Ad agosto - precisa - inizieremo a raccogliere le susine Stanley sia per il mercato del fresco che per quello dell’industria. Qui in Abruzzo con questa varietà, di solito, riusciamo sempre ad esprimere una qualità eccezionale”. 

Euro-ortofrutticola del Trigno, da circa un anno, ha siglato una partnership con il Gruppo Ferrero per introdurre circa 600 ettari di noccioleti in tutta la Regione, con la famosa azienda dolciaria che s’impegnerà ad acquistare i prodotti a un prezzo minimo garantito per 20 anni"Attualmente abbiamo piantato i primi 100 ettari sui quasi 200 programmati in questa prima fase di sviluppo - sottolinea - L'Abruzzo gode di terreni ideali per il nocciolo, una produzione che non necessita di manodopera specializzata nella potatura e che si raccoglie con le macchine. Noi crediamo molto nel progetto con Ferrero: riteniamo sia una grande opportunità per il futuro dell’agricoltura abruzzese che, come tanti altri territori dell'Italia, si trova ad affrontare il problema del mancato ricambio generazionale", conclude Spidalieri.

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