Nocciola romana Dop, disciplinare in fase di modifica

Nocciola romana Dop, disciplinare in fase di modifica
Novità in vista per la Nocciola romana Dop, una delle produzioni di eccellenza della corilicoltura laziale. Una produzione storica praticata sin dall'antichità e consolidata nei secoli, con forti connessioni con l'enogastronomia e la pasticceria tradizionale.

E' stata infatti presentata dagli operatori del settore una proposta di modifica al disciplinare di produzione per cercare di aumentare la competitività e di andare incontro alle esigenze del mercato.

I punti per i quali sono state proposte delle modifiche sono la densità di impianto, lo stoccaggio, le varietà di nocciolo usabili e le forme di commercializzazione in cui possono essere vendute le nocciole.
Riguardo alla densità di impianto la richiesta va verso una maggiore intensificazione, fissando il limite a 800 piante per ettaro per i nuovi impianti e tra 150 e 650 piante per quelli già esistenti.
Per la conservazione delle nocciole invece è stato chiesto che lo stoccaggio del prodotto possa avvenire soltanto in locali che consentono il controllo puntuale della temperatura e dell'umidità, ponendo fine all'utilizzo delle tradizionali 'finestre e aeratori' impiegati in passato, che non garantivano una costante qualità del prodotto.
Riguardo alle varietà di nocciolo ammesse, è stato richiesto di abbassare la percentuale delle due varietà caratteristiche - Tonda gentile romana e Nocchione - dal 90% all'80% e permettere di inserire altre cultivar nel restante 20%. Potranno quindi essere usate la Tonda di Giffoni e Barrettona come avveniva in passato, ma anche altre varietà autoctone e non autoctone.
Per le tipologie di prodotto commercializzabili la richiesta è di ampliarle permettendo la certificazione di nocciole in guscio, tostate, sgusciate, tostate sgusciate e tostate pelate, purché rispondano alla caratteristiche organolettiche tipiche.

Resta invece inalterato l'areale di produzione che interessa soprattutto il viterbese e le zone vulcaniche dell'alto Lazio, in 37 comuni tutti ricadenti nelle provinci di Viterbo e Roma.

La proposta di modifica è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale il 7 luglio scorso in attesa delle osservazioni da parte dei soggetti interessati che, adeguatamente motivate, dovranno pervenire al Mipaaf entro 60 giorni dalla data di pubblicazione.

Decorsi i 60 giorni di termine, dopo la valutazione delle osservazioni pervenute o in assenza di queste, la proposta sarà notificata alla Commissione europea per la registrazione.

Fonte: Agronotizie.imagelinenetwork.com