Quarta gamma in ripresa. Ma non basta

I dati aggiornati. Montagna (Uif): filiera in tensione, va costruito il rilancio

Quarta gamma in ripresa. Ma non basta
Quarta gamma in graduale ripresa. Ma per il definitivo rilancio "non basta sedersi sulla riva del fiume ad aspettare: serve e servirà essere propositivi lavorando, come emerso dalla web conference organizzata da Agroter e Italiafruit News il mese scorso, su assortimento e attrattività dello scaffale, ponendo massima attenzione a marca e fasce di prezzo". Andrea Montagna, presidente del gruppo IV Gamma di Uif-Confindustria commenta così i dati Nielsen aggiornati al 9 agosto e il trend percepito nelle ultime settimane. 

Se prima del Covid il comparto, nel suo complesso, valeva 874 milioni di euro, oggi - analizza Montagna scorrendo i numeri relativi al retail - il dato è sceso a 823 milioni, circa 51 milioni di euro in meno, con le insalate in deficit di 38 milioni e le ciotole giù di una decina di milioni. La frutta pronta è tornata ai livelli del 2018, quando valeva 30 milioni di euro: lo scorso anno aveva raggiunto i 36 milioni ma il plus è stato interamente "divorato" dall'effetto-coronavirus.



"Nella fase 1 della pandemia - entra nel dettaglio Montagna - l'aggregato IV Gamma aveva perso l'8%, mentre da maggio a luglio il calo era arrivato al 16%; dal 5 luglio al 9 agosto la flessione si è ridimensionata (-11% in valore, -8% a volume) e la sensazione è che in queste due settimane ci sia stato un ulteriore riavvicinamento ai valori del 2019, che tra l'altro aveva registrato un mese di luglio particolare per la mancanza di materia prima, tale da spingere i prezzi. Anche la frequenza d'acquisto, elemento determinante per la perdita di posizioni, è in miglioramento: la forbice si sta riducendo soprattutto sulle insalate in ciotole e di cereali che, dopo essere crollate fino al -50%, ora sono attestate al -20%".


L'intervento di Montagna, in collegamento, alla web conference "Convenience alla riscossa"

Si va verso un ritorno alla normalità, allora? "Nì": "Con la riapertura delle scuole e la riduzione dello smart working i dati miglioreranno ma, soprattutto per il mondo delle insalate sarà fondamentale assicurare più visibilità allo scaffale puntando su freschezza e ricettazione, con un mix gustativo alle altezze delle aspettative e una nuova visione di categoria".



Anche perché i problemi nella filiera sono tutt'altro che alle spalle: "Il sensibile calo dei volumi ha messo a dura prova i produttori, che hanno margini molto bassi a fronte di costi fissi importanti. Ed è probabile che a breve alcune aziende debbano ricorrere alla cassa integrazione o ad altre formule per alleggerire la pressione". 

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