Tra Puglia e Basilicata è guerra dell'acqua

Polemiche per la gestione della diga di San Giuliano, a rischio le colture ortofrutticole

Tra Puglia e Basilicata è guerra dell'acqua
E' "guerra dell'acqua" tra Puglia e Basilicata: oggetto del contendere la diga di San Giuliano, vicino Matera. "Non è ad uso esclusivo della Basilicata, per il 50% appartiene alla Puglia, ma la gestione è totalmente a trazione lucana a causa dell’assenza del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara", tuona la Cia Due Mari, cui fanno riferimento i territori di Taranto e Brindisi. "A pagare le conseguenze di questo stato di cose sono gli agricoltori del Tarantino, ai quali viene negata la possibilità di avere a disposizione lo stesso quantitativo d’acqua a uso irriguo che è invece garantito alle aziende agricole della Basilicata. Vogliamo un trattamento equo e giusto per gli agricoltori pugliesi, ne hanno pieno diritto". Un tema "caldo" che tocca da vicino anche le produzioni ortofrutticole.



Il problema è che le temperature di queste settimane, in assenza di interventi adeguati di irrigazione, mettono a rischio le colture. Da settimane continuano a diminuire le disponibilità idriche trattenute negli invasi della Basilicata, al ritmo di 2 milioni in meno al giorno. Nelle principali dighe lucane sono contenuti attualmente circa 250 milioni di metri cubi di acqua, 50 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, ha denunciato di recente Coldiretti Basilicata

Cia Due Mari però chiede giustizia: "La parte lucana continua ad avere un potere decisionale esclusivo sulle quantità da erogare, inspiegabilmente e in maniera del tutto ingiustificata”, sottolineano i vertici dell'organizzazione. “Agli agricoltori pugliesi viene negato ciò che alle aziende agricole lucane è giustamente garantito. Pretendiamo l’erogazione di quantitativi d’acqua sufficienti a sostenere il lavoro, il sudore e i sacrifici attraverso i quali le aziende agricole del Tarantino cercano, con fatica, di portare avanti la propria attività per non vedere andare al macero le loro produzioni". 

Di qui l'appello all’Autorità di Bacino, alla Regione Puglia, all’ente regionale della Basilicata, al Consorzio di Bonifica Stornara e Tara e, più in generale, al livello politico-istituzionale: "Basta con i rimpalli di responsabilità, con le scusanti, con le risposte parziali e le formule astratte. Non è possibile continuare a essere inattivi rispetto a chi, in Basilicata, fa il bello e il cattivo tempo su una questione idrica sempre più drammatica e stringente. Tutto questo soprattutto a causa dell’assenza della dirigenza del Consorzio Stornara e Tara e della mancanza di qualcuno che contrasti decisioni unilaterali". 



Lo scorso maggio era stata la parte lucana ad alzare la voce per un'altra diga, quella del Pertusillo: i produttori di drupacee metapontini lamentavano l'insufficienza di risorse idriche nei campi di Montalbano Jonico, Scanzano Jonico e altri comuni vocati. Erano andate in scena iniziative di protesta davanti alla sede del Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto, chiedendo l'intervento della Magistratura.

E mentre l'emergenza acqua continua a tenere banco, Coldiretti sottolinea che "in un Paese come l’Italia che, per carenze infrastrutturali, perde l’89% della pioggia caduta, la vera grande opera prioritaria sarebbe la realizzazione di una grande rete di bacini diffusi capace di garantire una costante disponibilità di acqua per l’agricoltura e la produzione di cibo, oltre che per gli impianti per energia rinnovabile e gli stessi usi domestici".
 
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