Il cinipide del castagno continua a far danni

La situazione nell'appenino tosco-romagnolo. Rontini: a Castel del Rio piante al 40% del potenziale

Il cinipide del castagno continua a far danni
La vespa del castagno, o cinipide galligeno, continua a fare danni negli appennini. Solo nella zona incontaminata di Castel del Rio, al confine tra l'Emilia-Romagna e la Toscana, terra del pregiato Marrone Igp, si stima che più di 50 ettari di castagni non produrranno frutti a causa dell’elevata presenza dell'insetto.

Questa la previsione che avanza l'esperto Sergio Rontini, vicepresidente del Consorzio del Marrone di Castel del Rio Igp e titolare dell'azienda agricola Il Regno del Marrone, una delle realtà locali più importanti che possiede circa 50 ettari di castegneti posizionati fra i 250 e i 700 metri sopra il livello del mare. 


Foto di famiglia con Sergio Rontini, a destra, e la figlia Monia, rappresentante legale de Il Regno del Marrone

"Nel nostro territorio - spiega a Italiafruit News - la vespa del castagno è largamente presente nelle Selve della Massa e in quelle di Selstetto, della Maddalena e di Radrino. In questi boschi di castagni non si salverà quasi niente della produzione. Ma anche nei vicini monti del versante toscano, la situazione non è diversa: ci sono produttori da 250-300 quintali l'anno che raccoglieranno poco o niente; una delle zone più colpite è la Selva di Taraba vicino al Monte Faggiola".

Una situazione che attesta le difficoltà nella lotta biologica classica con il Torymus sinensis, noto antagonista naturale del cinipide galligeno. Il problema si somma alla scarsa produzione disponibile, dovuta alle condizioni climatiche dei mesi scorsi che non hanno favorito una buona allegagione. Le piante appaiono comunque molto vigorose e sane, come si può vedere nelle diverse fotografie di questo articolo. Un aspetto fa ben sperare per la buona qualità del prodotto oltreché per le prossime stagioni.



"Nelle zone non colpite dalla vespa, i ricci non sono molti - riferisce Rontini - Il potenziale produttivo, a mio avviso, quest'anno si dovrebbe attestare intorno al 40% rispetto ad un annata normale. Ma la percentuale esatta la capiremo solo quando i ricci cadranno a terra. Ora speriamo solo che possa piovere un po' prima della raccolta, che si svolgerà come sempre durante il mese di ottobre".

La vendita del marrone fresco, biologico ed Igp, è l’attività più importante per il fatturato della azienda Il Regno del Marrone. "Il prodotto di buona pezzatura cerchiamo di venderlo subito nei mesi di ottobre e novembre, quando lavoriamo tutti i giorni h24 - conclude Rontini - I marroni più piccoli, invece, li sottoponiamo ad un processo di lenta essiccazione a bassa temperatura per la successiva produzione dei marroni secchi bio, della farina di marroni a crudo biologica e senza glutine, della crema spalmabile di marroni bio, della cioccolata con farina di marroni bio e della birra chiara con farina di marroni".



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