Fairtrade, produttori e superfici in crescita

Premio in aumento del 3%, obiettivo principale «Sconfiggere la fame»

Fairtrade, produttori e superfici in crescita
Quello delle banane rappresenta uno dei principali canali per la certificazione Fairtrade (clicca qui per approfondire), il marchio etico che assicura ai lavoratori dei Paesi in via di sviluppo condizioni di lavoro più eque, partner nella costruzione di filiere responsabili per le aziende italiane del settore.
A testimoniarlo sono gli ultimi dati di impatto di Fairtrade (clicca qui per leggerli): la maggior parte degli indicatori hanno registrato un segno positivo. In aumento sia il numero delle piantagioni che delle cooperative parte del circuito in Asia, Africa e America Latina, oltre alle superfici dedicate e alle tonnellate raccolte. Risultati che si riflettono positivamente sull’incremento del Premio guadagnato da parte delle organizzazioni (+3% rispetto al 2017), destinato per la maggior parte a iniziative inerenti il  raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite “Sconfiggere la fame”.


Credit @ Clac/ Fairtrade

In particolare, la filiera Fairtrade dei produttori di banane ha registrato nel 2018 un totale di 198 organizzazioni produttrici, in crescita del 14% rispetto al 2017, mentre il numero complessivo di lavoratori è arrivato a 28mila (+13% rispetto al 2017). 
Crescono anche le superfici coltivate fino a 41mila ettari e le tonnellate prodotte che arrivano a 1 milione e 5mila, in aumento del 4% rispetto al 2017. Un totale di 687mila tonnellate di banane sono state vendute con la certificazione Fairtrade e circa 421 mila tonnellate (pari al 61% della produzione totale) come banane biologiche. 
Il Premio guadagnato, ovvero il margine di guadagno di cui beneficiano le organizzazioni grazie alla partecipazione al circuito, è salito del 3% dal 2017, arrivando a 32 milioni di euro.
Unico parametro in calo è il numero delle donne produttrici e operaie impiegate nella filiera, solo il 13% dei lavoratori totali (-2% rispetto al 2017).

A testimoniare la crescita costante della filiera, anche i numeri aggregati degli ultimi quattro anni (2014-2018), che testimoniano un aumento sia delle piantagioni che delle cooperative produttrici certificate: le prime erano 54 nel 2014 e sono diventate 83 nel 2018, le cooperative erano invece 69 e nel 2018 se ne contano 115.

Tutti i Paesi produttori – Repubblica Dominicana, Colombia, Perù, Ecuador e altri Paesi minori – hanno registrato nel 2018 un totale di 28mila lavoratori per 687mila tonnellate di banane vendute e un Premio ricevuto pari a 32 milioni di euro. Al primo posto per vendite, Premio ricevuto e superfici dedicate si trova la Repubblica Domenicana, nonostante il maggior numero di lavoratori sia impiegato in Perù. Al secondo posto si colloca la Colombia per banane vendute e premio ricevuto.

Credit @ Clac/ Fairtrade


Utilizzo del Premio

Secondo la chiave di lettura degli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dalle Nazioni Unite, il Premio è stato utilizzato principalmente per “Sconfiggere la fame” (41%), seguito da un 20% destinato a “Lavoro dignitoso e crescita economica” e a “Città e comunità sostenibili” (11%), oltre a “Sconfiggere la povertà” (10%) e “Istruzione di qualità”(8%).
Diverso l’utilizzo dei premi tra cooperative e piantagioni. Nel dettaglio, le cooperative hanno destinato i loro premi principalmente a “Risorse umane e amministrazione” (23%), servizi generici ai soci (12%) e a “Strutture e infrastrutture” (10%).
Le piantagioni hanno invece destinato la maggior parte dei premi agli alloggi dei lavoratori (26%), formazione per lavoratori e famiglie (16%) e servizi finanziari e di credito sempre per lavoratori e famiglie (9%).

Salario dignitoso, al via una consultazione

Tra gli obiettivi di Fairtrade anche fare in modo che i lavoratori delle piantagioni di banane certificate ricevano un salario dignitoso. A questo fine, è stata recentemente avviata una consultazione pubblica per delineare un salario-modello, a cui sono stati invitati tutti gli stakeholder, inclusi i lavoratori e i proprietari delle piantagioni, i retailer e i trader. Un progetto - sottolinea l’organizzazione - in cui è fondamentale ottenere un riscontro da buyer e retail, in quanto giocano un ruolo importante nel condividere il valore coi produttori.
Tre le proposte dell’organizzazione per ottenere un salario dignitoso:
Una paga base Fairtrade obbligatoria: a partire da metà 2021 almeno il 70% dell’importo per raggiungere un salario dignitoso deve essere pagato a tutti i lavoratori di tutte le piantagioni Fairtrade; una cifra che salirà al 75% nel 2023.
Premio Fairtrade : come misura temporanea necessaria per coprire il gap, può essere sborsato fino al 30% del Premio Fairtrade come bonus in contanti o sotto forma di voucher, in aggiunta all’opzione già esistente di utilizzarne il 20% in contanti, se scelto dai lavoratori.
Un piano condiviso verso il salario dignitoso. Dopo aver applicato un Salario Base Fairtrade, i datori di lavoro devono negoziare con i sindacati o altri rappresentanti eletti dai lavoratori sui tempi e i passi necessari per colmare il gap. 

Maggiori informazioni su Fairtrade al sito fairtrade.it
Credit foto in apertura: @ Clac/ Fairtrade

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