Uva, se dolcezza facesse rima con prezzo...

Il punto dalla Sicilia. Raniolo: qualità eccezionale ma mercato lento

Uva, se dolcezza facesse rima con prezzo...
Sull'uva da tavola la Sicilia deve spingere sull'acceleratore dell'innovazione varietale. L'uva Italia è un simbolo, un'eccellenza, ma da sola non può permettere alle aziende di resistere sul mercato. Ne è convinto Gianni Raniolo, presidente del Consorzio di tutela dell'uva da tavola di Mazzarrone Igp, che con Italiafruit News fa il punto della situazione.

"L'uva Italia è la migliore, ma restando fermi su questa proposta i mercati si restringono sempre di più. Le difficoltà di quest'anno si ripeteranno anche in futuro - dice l'imprenditore - soprattutto sul prodotto tardivo l'innovazione stenta a decollare".

Uva di Mazzarrone Igp

Restando sulla varietà più coltivata in Sicilia, Raniolo riscontra "una qualità meravigliosa, eccezionale, con un grado zuccherino fuori dal normale che arriva a 23-24 gradi Brix. Però, nonostante questo, per tutto settembre abbiamo combattuto con un mercato lento, con la Gdo.  francese che è andata già in promo sull'uva Italia e cerca prodotto di primo prezzo. La campagna è partita dopo Ferragosto, sin dai primi grappoli abbiamo avuto un prodotto fantastico, dal gusto moscato: sinora, infatti, il clima è stato dalla nostra parte. Non è piovuto, ha fatto caldo, il grado zuccherino è decollato e non abbiamo riscontrato problemi di tenuta”.

uva red globe

Sulla Red Globe, invece, per lo scarso sbalzo termico c'è qualche problema nella colorazione e il presidente del Consorzio nota un mercato piuttosto fermo anche per questa varietà. “Se non ci si dà una mossa per una riconversione varietale, guardando cosa cercano i consumatori in Italia e nel mondo, sarà sempre più dura – ammonisce Raniolo – Certo, servono investimenti ma nella zona di Canicattì, per esempio, recentemente sono stati impiantati nuovi vigneti... la maggior parte sono di Italia. Chi investe in nuovi impianti deve fare più attenzione a cosa cerca il mercato”.

Servirebbero strumenti di monitoraggio e programmazione condivisa, come quelli che ha proposto la neonata Commissione Uva da Tavola (clicca qui per leggere la notizia). “Come Consorzio abbiamo aderito alla Cut – aggiunge il presidente – serve avere una regia che ci possa indirizzare sul migliore utilizzo del territorio: sarebbe interessante individuare le varietà giuste per dare continuità alla produzione italiana partendo dalla Sicilia e non andando in competizione con la Puglia, per esempio essendo di supporto al mercato più tardivo, quello tipico pugliese. Insomma, un coordinamento commerciale che questa nuova spinta associazionistica credo possa dare, senza così procedere al buio: è arrivato il momento di recepire le innovazioni, altrimenti resteremo con una nicchia di mercato e pochi clienti a cui vendere la nostra uva”.



Parlando di prezzi, nel mese di settembre alla produzione si sono spuntati tra i 60 e gli 80 centesimi il chilo. “E i costi di produzione per un'Italia di qualità si aggirano sui 50 centesimi – ricorda Raniolo – Confidiamo in un autunno migliore: ottobre e novembre possono essere due mesi molto interessanti: se ci grazia il meteo abbiamo un'uva molto dolce e sana – conclude Gianni Raniolo - Speriamo di archiviare un fine campagna interessante sia per la produzione che per la commercializzazione”.

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