«Con la frutta secca democratizziamo il tartufo»

La filosofia di Urbani Tartufi dietro ai tre nuovi snack pensati per la Gdo

«Con la frutta secca democratizziamo il tartufo»
L’azienda perugina Urbani Tartufi si affaccia per la prima volta nel segmento della frutta secca. E lo fa con i nuovi snack a base di mandorle, arachidi e un mix di arachidi, anacardi e nocciola.
“Ragionando sulle opportunità di mercato abbiamo deciso di lanciare una linea di prodotti che potesse avvicinare i consumatori finali al mondo del tartufo tramite referenze universalmente riconosciute come la frutta secca – spiega a Italiafruit News la responsabile marketing dell’azienda Paola Terenziano – La frutta secca si presta ad un consumo trasversale durante la giornata, così abbiamo deciso di sfruttare le capacità di questo prodotto per democratizzare l’uso del tartufo, che ancora oggi è visto come un prodotto elitario. Il tartufo è spesso associato a un concetto di stagionalità o di festa, invece noi vogliamo uscire da questi schemi”. 

E aggiunge: “I nuovi snack a base di frutta secca rientrano appieno nel processo di innovazione interno con cui abbiamo deciso di lavorare sempre di più sulla Gdo, rivolgendoci alle famiglie con prodotti dedicati, oltre che sui nostri tradizionali canali di food service e industria”.



La provenienza della frutta secca utilizzata per gli snack è per la maggior parte italiana, anche se “il fattore determinante per la scelta è la qualità dei prodotti – specifica la responsabile marketing – per questo la materia prima viene valutata a seconda di calibro, umidità, sapore e odore”.
“Una volta passati i test iniziali – continua – viene tostata a 150 gradi per 20 minuti e poi raffreddata. In seguito viene aromatizzata con il tartufo e disposta su telai ad asciugare, prima di passare al confezionamento”.

Due i packaging proposti: una bustina da 30 grammi dedicata al consumo on-the-go e una lattina da 100 grammi per il consumo domestico. Tendenzialmente destinate al reparto frutta secca o aperitivi, il posizionamento dei nuovi snack dipende dalla suddivisione delle categorie merceologiche delle singole insegne. “Abbiamo anche realizzato delle casse autoespositive con volumi limitati (massimo dieci bustine) che possono essere posizionate in avancassa o sui banconi - specifica Terenziano – gli stessi allestimenti possono essere utilizzati anche per la vendita nei bar, dove è utile concentrare il posizionamento della frutta secca”.



L’immagine delle confezioni è evidente ma allo stesso tempo elegante, secondo la filosofia di Urbani Tartufi: il messaggio principale è la trasversalità dell’utilizzo del tartufo a tutti i momenti della giornata.
“Quello che vogliamo trasmettere al consumatore è che il tartufo, al di là dell’utilizzo come prodotto fresco – commenta la marketing manager – può essere utilizzato anche per merenda o cena grazie ai nostri nuovi prodotti realizzati in modalità gourmet. Rientra in quest’ottica anche la produzione dei nostri cioccolatini a base di tartufo o i sughi pronti come ‘pomodorini e tartufo’ ma anche ‘pesto e tartufo’ e tanti altri acquistabili dal nostro e-commerce (clicca qui per accedere)”.

Ma come sta andando il processo di democratizzazione del tartufo? “Molto bene in base alle risposte che ci arrivano dalla Gdo – dice Terenziano – da parte nostra, cerchiamo sempre di agevolare il lavoro dei clienti, offrendo il maggior numero possibile di indicazioni d’utilizzo: in questo modo i consumatori non sono più solo clienti ma diventano veri e propri partner della nostra azienda”.
“La frutta secca può essere un potenziale elemento per nuove ricette – continua – stiamo cercando di lavorare su diversi abbinamenti tramite i nostri chef partner, con un occhio anche verso il mondo del vino”.

Truffleland, un futuro green per il tartufo italiano



L’impegno dell’azienda non è focalizzato solo sulla promozione del prodotto tartufo ma anche nel rispetto dell’ambiente e del territorio locale. “Con il progetto Truffleland stiamo lavorando sulla tartuficoltura per ridare vita a terreni incolti, preservando un patrimonio simbolo dell’eccellenza del made in Italy – informa Terenziano – i nostri obiettivi sono ricchezza, biodiversità e sostenibilità di lungo periodo. Attraverso questa iniziativa, abbiamo messo a punto un sistema completo, per proporre a chiunque un business chiavi in mano ed offrire concrete opportunità professionali”.
Truffleland fonde le nuove tecniche dell’agricoltura di precisione e delle smart farm a quelle tradizionali di un mestiere centenario: nelle piantagioni infatti vengono inseriti dei microchip che aiutano a monitorare ogni fase del processo produttivo e che saranno utili in futuro per studiare perché alcune piante producano più tartufo e altre meno. 
Con Truffleland, Urbani Tartufi accompagna gli agricoltori dalla semina della pianta alla vendita del prodotto, assicurando un buon investimento per il futuro; mentre con la Truffleland Masterschool si darà vita ad un’azienda formativa con attività di educazione ed aggiornamento rivolte a studenti ed operatori, in linea con quanto di più recente è stato scoperto in materia di tartuficoltura.

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