Lattughe, nuove virosi fanno tremare i produttori

Il Tswv colpisce la Romagna per il secondo anno di fila. Tufo: «La filiera è sempre più preoccupata»

Lattughe, nuove virosi fanno tremare i produttori
Nuovi casi gravi di Tomato Spotted Wilt Virus (Tswv) su lattughe ed altre verdure a foglia, come radicchi e cicorie, mettono in allerta il comparto orticolo della Romagna. A partire dal mese di settembre, infatti, alcuni produttori delle province di Rimini e Forlì-Cesena hanno perso l'intero raccolto a causa di questa virosi, cosa che si era verificata anche l'anno scorso: è quanto conferma a Italiafruit News l’imprenditore Massimo Tufo, che produce  insalate nell'areale di San Mauro Pascoli.

“Il Tswv blocca la crescita della pianta e può portarla anche alla morte nelle forme più gravi - spiega - Lo sviluppo di questa virosi è dovuto in parte all'azione del tripide, insetto-vettore del virus che si nasconde fra la vegetazione, i fossi e talvolta anche nell'erba secca. Fino a tre anni fa, questo parassita veniva controllato da noi agricoltori con i trattamenti classici. Nelle ultime due stagioni, invece, i metodi tradizionali non sono stati efficaci. Così, in alcune zone, la situazione è purtroppo scappata di mano".

Tufo è stato uno dei produttori d'insalate più fortunati, non avendo registrato danni significativi per effetto del Tswv. "Noi raccoglieremo prodotti di buona qualità per un'altra decina di giorni. Ma diverse aziende romagnole hanno riscontrato problemi molto seri, azzerando le raccolte dal mese di settembre. Siamo quindi tutti in allarme in vista del futuro”.



Fra l’altro, la seconda parte di campagna insalate che si sta per chiudere è stata tutto sommato soddisfacente per quasi tutte le tipologie. Tra i produttori, quindi, c’è chi non ha potuto recuperare le ingenti perdite della primavera e dell’inizio dell’estate. 

"Da metà aprile a giugno - sottolinea Tufo - c’è stata una pesante crisi di mercato, con prezzi equivalenti ai costi di produzione, e una parte delle coltivazioni non è stata quindi nemmeno raccolta. L’unica tipologia che performava meglio era la lattuga Ibeberg”.

“Dal mese di agosto in poi, le vendite sono migliorate grazie anche alla ripresa del turismo ed i prezzi sono iniziati a salire e a posizionarsi su valori discreti. In questi giorni parliamo di oltre un euro il chilo nel canale dei Mercati all’ingrosso e di 1,2-1,4 euro in quello della Grande distribuzione. L’Iceberg, tuttavia, non ha vissuto una grande stagione estiva ed autunnale a fronte della maggiore concorrenza estera di Olanda e Spagna”. 

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