«Decreto Ristori, no all'esclusione dell'ingrosso»

«Decreto Ristori, no all'esclusione dell'ingrosso»
E’ inaccettabile che il settore dell’ingrosso agroalimentare sia rimasto escluso dal Decreto Ristori bis considerando le gravi perdite che il comparto sta vivendo a fronte della chiusura anticipata del canale Horeca e del blocco totale nelle zone rosse sottoposte a lockdown. Nessun aiuto o sostegno quindi alle pmi italiane, né tramite l’allargamento dei codici ateco del primo decreto né attraverso l’inserimento di nuovi codici relativi alle zone rosse. Alcune imprese dell’ingrosso, non solo dell’ortofrutta fresca ma di tutte le categorie merceologiche, svolgono l’attività di fornitura alle aziende oggetto di restrizioni, decise per contrastare la diffusione della pandemia, subendo conseguenze indirette considerevoli: infatti si stimano impatti profondi con perdite fino al 70% fra le aziende che svolgono attività commerciali costanti con l’horeca, essendo drasticamente ridotta la loro clientela sia sul mercato nazionale sia su quello estero. Per questo motivo riteniamo che la mancanza dei codici ateco dell’ingrosso nel nuovo decreto non trovi alcuna giustificazione a fronte della strategicità della filiera agroalimentare, la quale rappresenta una delle realtà economiche più importanti per il nostro Paese sia per il tessuto economico sociale sia per l’identità nazionale. Servono misure di ristoro economico quanto prima affinché le imprese possano continuare a lavorare e ad assicurare una giusta tenuta alla “filiera della vita”, citando l’on. Ministra Bellanova, nel bene collettivo di tutti e con l’augurio che non ci si dimentichi dei sacrifici e degli sforzi fatti nei mesi di lockdown nazionale passati per il bene dei consumatori finali”.

Valentino Di Pisa, Presidente di Fedagromercati-Comfcommercio sul nuovo Decreto Ristori bis.

Fonte: Ufficio stampa Fedagro