Focus sul futuro di biologico e biodinamico

Focus sul futuro di biologico e biodinamico
Hanno superato quota 80mila, in Italia, i produttori che scelgono di coltivare con il metodo biologico le campagne: un numero da primato europeo, evidenziato anche dall’incidenza delle superfici coltivate a bio nel Paese, aumentate del 79%, superando il 15% dell’incidenza di superficie sul totale coltivato (dati Sinab). E in Italia sono oltre 4500 le aziende impegnate nell’applicazione delle tecniche biodinamiche, con una tendenza costante all’aumento (fonte: Ass Agricoltura Biodinamica). 

"La sfida, amplificata dal 2020 pandemico che richiede scelte urgenti e non più differibili – spiegano i ricercatori Andrea Segrè e Ilaria Pertot - è adesso per la concretizzazione di una filiera in cui l’eccellenza e la qualità produttiva si coniughino ai criteri di sviluppo sostenibile e tutela ambientale, includendo il cittadino – consumatore in un circolo virtuoso di accesso al cibo sano e salutare, al tempo stesso di attenzione alla prevenzione degli sprechi alimentari nella distribuzione come a livello domestico".

Sono questi i temi al centro del Forum “… E poi? Il futuro della produzione e del consumo biologico e biodinamico”, promosso nell’ambito della campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero e del progetto “… e poi? Visioni di futuro”, a cura di Andrea Segrè e Ilaria Pertot, main partner Ccpb srl, promosso in collaborazione con NaturaSì e La Collina Coop. Agricola Biodinamica. 

Appuntamento venerdì 20 novembre, alle 18, sul canale youtube della campagna Spreco Zero, per lo streaming live del confronto al link https://youtu.be/l53rE3mZPFk  
Protagonisti saranno Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB srl sul tema “Il futuro del biologico o il biologico del futuro?”, Fabio Brescacin presidente Naturasì che relazionerà su “Produttori, commercianti e consumatori: scontro o alleanza?”, e inoltre Giovanni Dinelli docente università di Bologna su “Agricoltura 3.0: la sfida agroecologica e tecnologica”, Ilaria Pertot docente università di Trento su “L’agricoltura che vorrei: il futuro passa attraverso la scelta del consumatore” e Andrea Segrè, università di Bologna su “Il dilemma del futuro: aumentare la produzione o ridurre gli sprechi? La via sostenibile”. Introduce l’incontro Enea Burani, Cooperativa agricola biodinamica La Collina.  

Fare agricoltura con criteri biologici è sempre più stimolante, non solo per i vantaggi in chiave di sviluppo sostenibile, ma anche per la redditività delle imprese come dimostra un recente studio pubblicato dalla rivista scientifica Pnas: infatti l'agricoltura biologica è significativamente più redditizia (22–35%) e presenta un rapporto costi/benefici più elevato (20–24%) rispetto all'agricoltura convenzionale) nonostante la resa inferiore per ettaro. Un dato che evidenzia come l’abbandono dell’impiego di fertilizzanti e pesticidi di sintesi chimica sia positivo per i produttori e la collettività. A confermare il trend in crescita sono anche i dati relativi all’export di prodotti biologici, che vede l’Italia Paese leader a livello internazionale. Senza contare che gli standard produttivi dell’agricoltura biologica e biodinamica sono in linea con l’innovativa strategia Farm to Fork, diventata riferimento istituzionale del Green Deal europeo.  

Il progetto “… e poi? Visioni di futuro” a cura di Ilaria Pertot e Andrea Segrè ruota intorno al racconto inedito “A che ora è la fine del mondo? Scivolando verso il futuro”, pubblicato da Edizioni Ambiente in ebook: un testo scientifico-letterario ambientato in montagna e dedicato ai grandi temi del futuro e del mondo post-covid 19. Il finale del racconto è aperto e permette di inserire uno sviluppo lasciando libera l’immaginazione di chi legge e si cimenterà nella scrittura della conclusione. I lettori, infatti, potranno scaricare gratuitamente l’ebook dopo aver dato la loro visione di alcune situazioni future (crowd foresight). Che lavoro faremo, come viaggeremo, come ci vestiremo, dove vivremo, ma soprattutto come mangeremo e come sarà l’agricoltura di domani? Sono tutte domande che ci facciamo di fronte a questa crisi che ha messo in discussione la nostra normalità e alle quali non sappiamo dare risposta. Le risposte, questa volta, arriveranno proprio da noi, e non dalle tante task force che ambiscono a programmare il nostro futuro. 

"Attraverso un progetto di ricerca e di comunicazione scientifica – spiegano Segrè e Pertot - vogliamo coinvolgere e sensibilizzare il massimo numero di persone, i giovani in particolare, sui grandi temi che riguardano il futuro dell’umanità, cercando di cogliere nella crisi attuale un’opportunità di cambiamento degli stili di vita e del modo di produrre e consumare il cibo. Una modalità originale per promuovere la cultura della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, con particolare riferimento agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile".

Info e dettagli sul sito epoi.eu e sprecozero.it

Fonte: Ufficio stampa Spreco Zero