Crisi ingrosso, la speranza del patriottismo

I grossisti del Nord: momento difficile, chi compra italiano aiuta l'intero settore

Crisi ingrosso, la speranza del patriottismo
Il mese di dicembre non è certo partito sull’onda dell’entusiasmo per i grossisti ortofrutticoli dei Mercati generali dell’Italia, in quanto il maltempo diffuso ha ridotto gli acquisti degli ambulanti e l’onda lunga della seconda ondata di coronavirus ha penalizzato ancora una volta il canale dell’Horeca (ristoranti, alberghi, mense, ecc.), oltre ad aver fatto “saltare” alcuni mercati rionali. 

Venerdì scorso abbiamo contattato diversi operatori di Milano, Torino, Treviso e Bologna che ci hanno manifestato la loro scarsa soddisfazione per l’andamento commerciale dell’ultimo mese, caratterizzato da vendite sottotono. L’avvicinarsi delle festività natalizie fa però sperare il mondo dell’ingrosso (e non solo) in una risalita delle contrattazioni. 

Sotto Natale, poi, siamo tutti più buoni. E in questo senso sarà decisivo il ruolo della popolazione italiana, che non deve dimenticare l’importanza di sostenere la filiera dell’ortofrutta italiana privilegiando l’acquisto, per quanto possibile (in base alle disponibilità economiche dei nuclei familiari), dei prodotti freschi di origine nazionale. Un messaggio che il comparto produttivo sembra aver dimenticato nelle sue attività di comunicazione rivolte al consumatore finale ma anche trade.


Gianpaolo Musso

“Fa rabbia vedere che gli integratori di vitamina C stanno andando a ruba nelle farmacie, mentre gli italiani non stanno facendo le corse per comprare arance, clementine e limoni dal proprio fruttivendolo o ambulante di fiducia”, sottolinea a Italiafruit News Gianpaolo Musso (foto sopra) della Italfrutta Distribuzioni, ditta che opera presso il Mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Milano. 

“Io credo che gli italiani, in questa seconda ondata di pandemia, stiano un po’ trascurando l’importanza di mangiare molte porzioni giornaliere di frutta e verdura di stagione, sana ed italiana, non solo per rafforzare le proprie difese immunitarie, ma anche per sostenere l’intero settore ortofrutticolo nazionale che sta soffrendo questo soft lockdown più del previsto. Oggi vi sono prodotti di stagione come gli agrumi, i broccoli, i finocchi e i cavolfiori che hanno proprietà nutrizionali uniche, ma che purtroppo faticano a spuntare i giusti prezzi a causa di vendite rallentate. Comprando italiano si può aiutare l’agricoltore, noi grossisti, il trasportatore, il produttore di imballaggi, così come il venditore finale. La nostra filiera deve trovare il modo di comunicare con maggiore forza questi concetti, soprattutto in questo periodo che precede le festività: noi, nel nostro piccolo, lo stiamo facendo”.

Acquistare ortofrutta Made in Italy può essere quindi un gesto dal valore solidale, a tutela delle aziende italiane e di tutti i loro lavoratori. “Non dobbiamo dimenticare che i colori ed i profumi dell’ortofrutta possono portare anche un tocco di allegria e di buon umore all’interno delle nostre case, specialmente in un periodo storico triste come quello attuale. L’ortofrutta ti fa stare meglio in tutti i sensi!”, precisa Musso.


Un'area dello stand Italfrutta Distribuzioni

"Sono molto curioso di vedere il trend di vendita dei prossimi giorni che precedono in Natale", confida da parte sua Domenico Gianusso, agronomo dell'ufficio logistica e qualità del Centro Agroalimentare di Torino. "Tutti i grossisti del nostro Mercato sperano ovviamente che i consumi di ortofrutta possano tendere ad aumentare. Io credo che ci sarà almeno un lieve incremento. Ce ne sarebbe bisogno visto che anche la scorsa settimana le movimentazioni sono rimaste piatte, in particolare per arance e clementine, nonostante la contrazione dei flussi in entrata. Su tale andamento di vendita ha pesato sia il giorno festivo dell’Immacolata Concezione (martedì 8 dicembre) che la pioggia e la neve che hanno interessato il nostro territorio”. 

“Riguardo ai prezzi dell’ultima settimana, i valori si sono mantenuti stabili quasi per tutte le referenze. L'unica eccezione sono le melanzane nere e violette, i cui prezzi di vendita sono saliti da 1,2 euro il chilo a oltre 1,6-1,7 euro il chilo a fronte di una domanda superiore all’offerta, che si è ridotta in misura importante a causa del maltempo. Anche per questa settimana ci attendiamo quotazioni elevate per la melanzana".

La situazione commerciale non cambia di molto spostandosi al Mercato ortofrutticolo di Treviso, dove è stata appena inaugurata la galleria coperta. Qui i grossisti hanno fortemente bisogno di una svolta. L’ultimo mese non è stato infatti per niente facile, testimonia a Italiafruit News Francesco Volpato, grossista e presidente dell’ente gestore Nord Est Mercati: “La realtà dei fatti è che i volumi di vendita sono scesi in coincidenza con questa seconda ondata di coronavirus che, ad oggi, non sappiamo quando potrà terminare. A Treviso soffriamo molto la contrazione dell’Horeca e per alcuni articoli di riferimento stagionali, come nel caso del radicchio rosso tardivo Igp, le aziende stanno cercando di fare programmi col canale alternativo della Gdo, che per fortuna sta garantendo prezzi e volumi di vendita. In generale, l’inizio di dicembre è stato abbastanza timido: il problema sono gli scarsi consumi dei nostri clienti e dei consumatori. Insomma, auspichiamo che l’entusiasmo nei confronti dell’ortofrutta possa crescere in vista del Natale”. 


La galleria coperta del Mercato di Treviso, inaugurata da pochi giorni

“Noi concessionari degli stand - aggiunge Michele Sattin della ditta trevigiana Sattin - stiamo approfittando della stasi dei consumi per mandare in ferie a rotazione i nostri dipendenti in alcuni momenti della giornata. In questo modo, tra l’altro, se dovessero verificarsi dei contagi, la nostra attività non rischia mai di fermarsi”.

Anche per gli operatori del Centro agroalimentare di Bologna non è momento brillante. “Un po’ tutti gli articoli, tra cui le mele che seguo personalmente, si stanno svendicchiando. Ma siamo ben lontani dalle vendite esaltanti che si facevano durante il lockdown della scorsa primavera”, conferma a Italiafruit Massimo Venturoli di Cenerini. “Le ultime settimane sono state peraltro condizionate dal maltempo, con la pioggia e il vento forte che hanno disincentivato gli ambulanti. Devo dire, però, che da stamani ho notato dei timidi segnali di miglioramento che mi lasciano ben sperare per la chiusura dell’anno”.

“In merito alle mele - conclude Venturoli - i marchi club si stanno difendendo meglio rispetto al resto dell’offerta. C’è comunque da rilevare come dicembre non sia mai stato un mese di punta sotto il profilo degli scambi. Per questo articolo ci sono ancora sette mesi di campagna da scrivere”.

Copyright 2020 Italiafruit News