Carrefour canadese? Parigi blocca tutto

Lo Stato dice no all'Opa di Couche-Tard. E il titolo del retailer francese crolla

Carrefour canadese? Parigi blocca tutto
Aggregarsi non è facile. Nemmeno all'estero. E' saltata, infatti, la preannunciata acquisizione di Carrefour da parte di Couche-Tard, che aveva tenuto banco nei giorni scorsi. Lo scorso 13 gennaio - come ha riportato Il Sole 24 Ore - il retailer canadese (14.200 punti di vendita oltre 9mila dei quali in America fra supermercati di prossimità e stazioni di servizio stradali) aveva sottoposto una lettera di intenti non vincolante per un’offerta d’acquisto del valore di oltre 16 miliardi di euro. L’offerta del colosso canadese valorizzava Carrefour 20 euro per azione, contro i 16,6 della chiusura in Borsa di venerdì.



Il gruppo francese (valore di mercato di 12,5 miliardi di euro, debito netto di 15,8 miliardi di euro e 12.300 negozi di diversi format gestiti in una trentina di Paesi)  aveva confermato la notizia, facendo decollare il titolo in Borsa. Ma è durata poco. Perché allo Stato francese l'operazione non va giù e il ministro dell'economia Bruno Le Maire ha risposto con un "no" perentorio direttamente al fondatore di Couche-Tard Alain Bouchard che si trovava a Parigi per perorare la causa, e telefonicamente, al ministro dell’economia canadese Pierre Fitzgibbon. 

Motivo: in Francia una regolamentazione degli investimenti esteri, potenziata a causa del Covid-19, consente di bloccare le operazioni provenienti dall’estero quando queste riguardano settori giudicati strategici per l’economia nazionale. E Carrefour con i suoi circa 320mila addetti è il più grande datore di lavoro privato transalpino. I due gruppi dovranno così accontentarsi di discutere di opportunità di partnership operative. 



La borsa parigina ha reagito con un pesante ribasso al tramonto dell'Opa: ieri Carrefour che in chiusura di settimana  aveva guadagnato il 13% ha ceduto infatti  il 6,76%, scivolando a 15,51 euro.

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