«Kiwi, concentriamoci sull'esperienza del consumatore»

Mazzoni: «Serve un ripensamento radicale. La concorrenza greca crescerà»

«Kiwi, concentriamoci sull'esperienza del consumatore»
“Stiamo vivendo una fase in cui il settore del kiwi italiano ha bisogno di un ripensamento radicale”. A dirlo – in un momento in cui il mercato sorride al frutto – è stato Luigi Mazzoni (amministratore delegato Gruppo Mazzoni). Durante la nostra diretta Facebook della scorsa settimana, l'imprenditore ha fatto il punto sulla campagna e ha ragionato in prospettiva: come far fronte alla concorrenza greca da una parte, conquistare una volta per tutte il consumatore dall'altra.



“Il mercato è tonico nella richiesta di prodotto e la ricettività dei distributori italiani ed europei è importante – ha osservato Mazzoni – Il kiwi è un frutto prevalentemente consumato tra le mura domestiche e questo è uno dei motivi che hanno spinto i consumi durante la pandemia. Le quotazioni, poi, sono a un livello elevato e questi due fattori mantengono un certo equilibrio sul mercato e sulla domanda presente e futura in Europa e in Italia”.

Il mercato interno, ha fatto notare l'imprenditore, privilegia il prodotto di origine nazionale, mentre quello tedesco “è più sensibile ai prezzi di vendita e tende a orientarsi sul prodotto greco. Più sfumata, invece, la situazione sulle piazza del Nord Europa dove c'è ancora una storicità importante del prodotto italiano e della tecnica produttiva Made in Italy: qui l'effetto Grecia è meno sensibile, ma è indubbio che è un player importantissimo e in prospettiva lo sarà sempre di più nello scenario competitivo europeo”.

Da qui il ripensamento necessario del settore. “La Grecia aumenta le aree dedicate al kiwi, l'Italia ha invece nel verde una forte contrazioni delle superfici e delle rese a ettaro – ha evidenziato Mazzoni – Dobbiamo ripensare il comparto pensando al consumatore: è lui che decide quando a scaffale sceglie un articolo invece di un altro, e poi quando a casa lo degusta e decide cosa fare la volta successiva”.

In parole povere la sfida della qualità. Quella garantita, quelle che soddisfa, convince e spinge al riacquisto. “Non tutti abbiamo prestato attenzione sufficiente a questi due momenti – ha aggiunto l'amministratore delegato del Gruppo Mazzoni – Si è ragionato su altri criteri, su altri volumi, ma oggi che i volumi sono su una taglia differente dobbiamo tutti focalizzarci di più sugli aspetti dell'esperienza del consumatore”.



E qui il ruolo delle tecnologie è di primo piano: possono consentire alle aziende della produzione di mantenere la loro promessa di qualità, ma anche di segmentare la proposta e aprire a nuove categorie. “Sono convinto che realtà come Unitec stiano facendo un grande lavoro per aiutare aziende come la nostra a migliorare la fase di selezione – ha ribadito Mazzoni – Se fino a qualche anno fa l'attenzione era rivolta all'automazione come efficientamento dei processi e contenimento dei costi, oggi il passaggio è diverso: i volumi si contraggono e la tecnologia deve aiutarci ad essere più efficaci nei confronti dei clienti e dei consumatori. Anche l'emergere di nuove varietà, dai kiwi a polpa gialla a quelli a polpa rossa, richiede tecnologie completamente diverse: abbiamo a che fare con prodotti sempre più delicati, più particolari e l'auspicio è che a questo corrisponda un sempre maggiore valore, dovuto alla riduzione dei quantitativi e al maggiore avvicinamento alle esigenze del consumatore. Proprio attorno a questo valore sta la possibilità e la capacità delle aziende di investire, aggiornarsi e attrezzarsi – conclude Luigi Mazzoni - per fornire un prodotto adeguato, che se ha valore per remunerare gli investimenti effettuati allora innesca un ciclo virtuoso nell'ambito di tutto il comparto”.

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