Limone del Barone, la qualità senza compromessi

«Il nostro femminello senza semi ci sta dando soddisfazioni nonostante un mercato stagnante»

Limone del Barone, la qualità senza compromessi
La campagna limonicola non sta vivendo un momento particolarmente brillante, a causa soprattutto delle limitazioni che da qualche mese a questa parte attagliano il settore dell’Horeca, tradizionalmente canale di sbocco importante per questo prodotto. Tuttavia, ci sono aziende che puntando sulla qualità senza compromessi, sono riuscite a “schivare” le difficoltà di un mercato evidentemente in crisi, come il Limone del Barone

L’azienda, con sede a Carlentini - nel siracusano - dispone di 60 ettari coltivati prevalentemente con la varietà Femminello sfusato senza semi che ne rappresenta il vero punto di forza. “E' una varietà a chilometro zero, in quanto deriva da una mutazione gemmaria scoperta da mio padre qualche anno fa in un impianto sperimentale multivarietale, messo a dimora per capire i segreti del limone. Infatti, noi nasciamo produttori di arance, ma il virus della Tristeza ci ha obbligato a riconvertire la produzione, e il limone è stata la prima scelta in quanto la nostra azienda è situata in una zona particolarmente vocata per la coltivazione di questa coltura", racconta ad Italiafruit News Giovanni Pezzino di Geronimo, direttore commerciale e co-titolare dell'azienda.



“Il nostro femminello - prosegue il manager - ha due caratteristiche che lo rendono unico: è senza semi ed ha una resa in succo particolarmente elevata, superiore del 15-20% rispetto al tradizionale Femminello siracusano, ma che tocca punte del 30-40% se paragonato a varietà di provenienza estera. Inoltre, ad una resa elevata si coniuga pure un’alta qualità del succo, come dimostrano le analisi condotte in laboratori certificati, che dimostrano come i nostri frutti possiedano un alto contenuto di limonene (sostanza volatile responsabile dell’aroma e profumo del limone ndr) ed una bassa concentrazione di acido citrico. Questo si traduce in un succo delicato, saporito e con una contenuta nota di asprezza che ne consente il consumo tale quale, senza l’aggiunta di dolcificanti”.



Ad ogni modo, una buona cultivar senza un’azienda che la sappia valorizzare non potrà mai esprimere tutte le sue potenzialità e su questo aspetto, Andrea Pezzino di Geronimo responsabile confezionamento e gestione del magazzino di lavorazione, oltre che co-titolare, non ha dubbi: “Qualità e salubrità del prodotto sono i nostri pilastri. Utilizziamo tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale e poniamo la massima attenzione nelle selezioni dei frutti e nel confezionamento. Ovviamente, sono operazioni costose, che pongono il Limone del barone in una fascia di mercato premium, che ci sta dando grandi soddisfazioni nonostante un mercato stagnante, a dimostrazione che il consumatore riconosce e premia la validità del nostro prodotto”.




L’unica incognita per Giovanni Pezzino di Geronimo è data dal clima che sta modificando le fioriture del limone “attualmente le piante sono in fioritura mentre stiamo raccogliendo il primo fiore - che terminerà ad aprile - un evento del tutto inedito che anticiperà la produzione di limoni marzani in concomitanza dei verdelli, che fra l’altro saranno molto abbondanti quest’anno”.

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