Le mele Melinda salgono in funivia

Dallo stabilimento alle celle ipogee: nuovo progetto green

Le mele Melinda salgono in funivia
Oggi sono i camion a trasportare le mele dallo stabilimento di lavorazione Melinda alle celle ipogee. Tra qualche anno, però, i frutti potranno salire in funivia e raggiungere direttamente la Miniera di Rio Maggiore, dove sottoterra potranno essere conservati in quel frigo naturale fatto di Dolomia che già oggi ospita 30.000 tonnellate di mele e che è destinato ad essere ulteriormente ampliato.

L'idea è molto affascinante e fa parte del nuovo progetto di MondoMelinda: una scelta green, sostenibile, che punta a sviluppare ulteriormente il rapporto tra il Consorzio e il territorio, oltre a coinvolgere i turisti nella scoperta della frutticoltura trentina. Il percorso è stato intrapreso in stretta connessione con le istituzioni locali - tanto che si sta approfondendo la possibilità di ampliarlo ad altre realtà agroalimentari trentine – e grazie a queste sinergie si sta valutando se le risorse del Recovery Fund possano essere impiegate per la costruzione di questa nuova infrastruttura, capace di dare ulteriore sostenibilità alla produzione melicola.



“Melinda, nonostante la pandemia, prosegue il proprio percorso con un piano industriale e di sviluppo nella direzione della sostenibilità e di investimenti che la tutelino, oltre ad incrementare il valore del prodotto e della marca – spiega il presidente Michele Odorizzi – Tutto questo con l'obiettivo di creare valore anche per la Val di Non e tutto il Trentino, attraverso soluzioni economicamente sostenibili, condivise con il territorio e con la volontà di rafforzare il connubio tra ortofrutta e turismo”.

MondoMelinda, il centro visitatori del Consorzio, è proprio l'anello di congiunzione tra la produzione melicola e quei consumatori desiderosi di scoprire i segreti delle mele: l'idea, come ricorda Franco Paoli, direttore operations Melinda, è di investire nei prossimi due anni per creare una nuova struttura. Al suo interno un polo espositivo con un bistrò, il negozio e un'area museale, una proposta per coinvolgere il turista con originali visite guidate.

“Lavorando a questo progetto abbiamo ragionato su come fosse possibile inserire le mele all'interno del frigorifero ipogeo, che stiamo ampliando con un quarto lotto di celle per arrivare a una capacità complessiva di 40.000 tonnellate: se ragioniamo in risparmio di territorio è come avere 2-3 magazzini di centro valle, mentre in termini di risparmio energetico parliamo di un 30% – illustra Paoli – Abbiamo individuato due possibilità per un collegamento diretto: una funivia che parte dal piazzale della Cocea o una funicolare che ci permetterebbe di recuperare un vecchio sito dismesso e che si collegherebbe con un binario immediatamente sotto al sito ipogeo”.



Dalla Cocea alla miniera ci sono circa 900 metri in linea d'aria: la funivia, soprattutto in chiave turistica, sarebbe spettacolare, una vera e propria attrazione. Melinda ha già commissionato due studi di fattibilità per valutare le due possibili opzioni di collegamento e capire quale possa essere la migliore, se quella con le cabine sospese o se i vagoni via terra.

MondoMelinda e le celle ipogee saranno in ogni caso più vicine: la volontà è quella di rendere il sito ipogeo visitabile tutto l'anno attirando centomila turisti all'anno e per questo sarà realizzata un'entrata per i turisti e una dedicata alle attività produttive. MondoMelinda, poi, sta lavorando per aprire le proprie porte ad altre realtà come Trentingrana e coinvolgere il Muse – Museo delle scienze di Trento per approfondire la storia delle miniere. Le radici della frutticoltura trentina vanno sempre più a fondo per dare solidità allo sviluppo della mela e una concreta riconoscibilità al manifesto dei valori di Melinda e dei suoi quattromila soci.

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