Cipolla rossa di Acquaviva, stop alle lavorazioni in campo

Corrono i contagi nel comune pugliese. Abrusci: «Ci fermiamo temporaneamente per rispetto di tutti»

Cipolla rossa di Acquaviva, stop alle lavorazioni in campo
Stop alle lavorazioni manuali nei campi delle Cipolle rosse di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari. Una decisione temporanea che è stata presa dalla comunità del Presidio Slow Food in ottica precauzionale e prudenziale.

Noto per le sue cipolle rosse di pregio, Acquaviva delle Fonti è uno dei comuni pugliesi che conta il maggior numero di contagi da Covid-19 in questa terza ondata. Qui la pandemia sta crescendo a tassi di crescita superiori di quattro volte rispetto alla media regionale, come ha evidenziato un servizio del Tg 1 di lunedì 15 marzo. 



“Nelle ultime settimane si è verificata una crescita del contagio che nessuno si poteva aspettare. Siamo un paese di soli 20mila abitanti con un ospedale e una popolazione studentesca molto importante. Chiaramente, come produttori agricoli, abbiamo preso tutte le precauzioni del caso. Perché la prudenza non è mai troppa di fronte al Covid-19”, commenta a Italiafruit News Vito Abrusci, referente dei produttori del Presìdio Slow Food della Cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti.

“Da inizio marzo - prosegue - abbiamo rallentato le operazioni nei campi. Che, da circa una settimana, si sono praticamente fermate per garantire la sicurezza di tutti, operai compresi”, prosegue. 

Per fortuna, la semina manuale nei 30 ettari dei contadini Slow Food si è ormai conclusa e non sarà dunque influenzata dallo stop provvisorio. “Dopo questa settimana, condizionata comunque da alcuni giorni di brutto tempo, vedremo come poter riprendere le operazioni manuali di eliminazione delle erbacce e di fresatura dei terreni, fondamentali per assicurare la qualità del nostro prodotto tradizionale e biologico. Andremo avanti adagio perché vogliamo evitare al 100% i rischi di contagio”.



Il lavoro di queste ultime settimane dovrà essere recuperato più avanti con l’avanzare della primavera, nella speranza che la zona rossa possa ridurre la circolazione del virus.   

“Il bulbo della cipolla rossa si inizia sempre a formare con il caldo ed il risveglio primaverile, per poi venire raccolto tra fine giugno/inizio luglio ad agosto - conclude Abrusci - Speriamo che anche quest’anno madre natura ci assista per garantire una raccolta soddisfacente per noi produttori e per i consumatori”. 

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