«Import-export con il freno a mano tirato»

Fruitimprese Veneto: fase di transizione, prezzi alti per le verdure spagnole, Oltremare fiacco

«Import-export con il freno a mano tirato»
Momento di transizione per l'import-export ortofrutticolo, che risente delle limitazioni imposte dall'emergenza sanitaria e di alcuni listini "sopra le righe": questa l'analisi di Stefano Pezzo, presidente di Fruitimprese Veneto. "Nel complesso - spiega - è una fase di sostanziale calma:  le esportazioni sono nel momento del passaggio di consegne tra produzioni autunno-invernali e primaverili, pere e mele si vendono ma gli invii oltremare sono alle ultime battute; i prezzi per questi due articoli si collocano nella media, mentre sono più che discreti per il kiwi giallo".



Per quanto riguarda la importazioni, Pezzo conferma la carenza di materia prima proveniente dalla Spagna, colpita dal gelo delle scorse settimane, che contribuisce a spingere i listini: "I  peperoni California si attestano a 3,50 euro il chilo, prezzo di arrivo in Italia, mentre i pomodori Grappolo viaggiano sull'1,60 euro/kg. Meno costose melanzane e zucchine, queste ultime attorno ai 70-75 centesimi".  

La scarsità di produzioni iberiche, aggiunge il presidente di Fruitimprese Veneto, non è ancora coperta dai Paesi Bassi, le cui forniture sono alle primissime battute: "I listini si attestano sui 2 euro per il pomodoro Grappolo e 4,50/5 euro il chilo per il peperone California... Ma siamo agli albori, gli acquisti entreranno nel vivo dopo la Pasqua". Pezzo in ogni caso prevede un aprile "complicato" per le verdure d'importazione.



Venendo all'oltremare, l'imprenditore veronese spiega che in questa fase "si scaricano nei porti italiani pere di Sudafrica, Argentina e Cile, soprattutto della varietà William, e anche un po' di Decana, Coscia e Conference;  a ciò si aggiungono uva del Perù, susine sudafricane e cilene. Ma si tratta di poca roba, l'import è poco attrattivo e l'effetto lockdown rende il mercato asfittico, con una richiesta decisamente contenuta". 



"Restiamo alla finestra - conclude Pezzo - siamo ancora nel torpore invernale e per il momento basta il prodotto italiano a soddisfare una domanda poco brillante: questa clausura  è molto diversa da quello dello scorso anno, la gente non fa le code al supermercato, i consumi sono ridotti...". 

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