Via libera all’olio essenziale di arancio dolce

Via libera all’olio essenziale di arancio dolce
Via libera del Ministero della Salute all’estensione d’impiego dell’olio essenziale di arancio dolce su frumento contro afidi e fusarium e su olivo contro sputacchina (vettore della Xylella fastidiosa), a partire dal 1° aprile 2021; su basilico, contro peronospora e su pomodoro in pieno campo e serra contro peronospora e acari, a partire dal 15 maggio 2021; su mais e mais dolce contro acari, a partire dal 1° giugno 2021 (nome del formulato commerciale Prev-Am Plus).

Si tratta di un insetticida-fungicida che agisce per contatto con un modo d’azione fisico. Provoca il disseccamento della cuticola degli insetti con esoscheletro molle, durante le fasi sia giovanili che adulte, quali mosche bianche, tripidi, cicaline ed, inoltre, delle pareti cellulari degli organi esterni (micelio, conidi, cleistoteci, ecc.) delle malattie fungine. Ha un basso impatto sugli insetti utili, non lascia traccia sulle produzioni ed è ammesso in agricoltura biologica e produzione integrata.

Le sue caratteristiche lo rendono efficace, contro i parassiti sopra menzionati, su una pluralità di colture quali olivo, pomodoro, melo, pero, basilico, frumento, mais e mais dolce.
La sostanza attiva di origine naturale ha ottenuto, in questi ultimi anni, l’uso d’emergenza per la lotta al vettore della Xylella fastidiosa, la Sputacchina che, come noto, sta devastando gli oliveti del Salento con un danno economico, paesaggistico ed ambientale di rilevanti proporzioni.
Nell’immaginario collettivo delle tipicità agroalimentari ci sono numerose eccellenze del Made in Italy e l’olio extra-vergine di oliva è una delle più prestigiose.

L’olivicoltura oltre a rappresentare l’Italia nel mondo sul piano della produzione di un alimento tipico espressione della dieta mediterranea assolve anche una funzione ambientale e paesaggistica che, in alcuni contesti, diventa addirittura prevalente rispetto a quella produttiva (pensiamo all’immagina turistica della Puglia, della Calabria o della Toscana).

In Italia sono attualmente coltivati circa 1.164.000 ettari (fonte ISTAT anno 2019) per una produzione complessiva raccolta di 24.608.380 quintali. La superficie media di ettaro coltivato è contenuta: 1,5 ha ettari per azienda sicché ne risulta anche un numero elevato di aziende familiari (738.000 aziende secondo i dati Istat 2017) che hanno anche meno di un ettaro di olivo, ma che comunque rappresentano un contesto rurale di vastissime proporzioni. Il danno provocato dalla Xylella al patrimonio olivicolo, nelle 3 province di Lecce, Brindisi e Taranto, è salito ad oltre 1,6 miliardi di euro.

Da quando è stata confermata la presenza della Xylella a Lecce, la produzione di olio ha subito un trend negativo irreversibile, con il minimo storico di 5.295 tonnellate prodotte nell'ultima campagna 2018/2019 e un crollo del 90%, mentre a Brindisi la produzione di olio è diminuita del 38%, seguita a ruota dal calo della produzione in provincia di Taranto dove c'è stata la virata della malattia. Le infezioni, trasmesse all’olivo solo dagli adulti di Sputacchina, avvengono durante una breve finestra temporale (ovvero nel passaggio dei giovani adulti dalle erbe spontanee all’olivo, attorno al mese di aprile maggio).

Occorre quindi non sbagliare il periodo dell’intervento adulticida per riuscire a colpire il maggior numero possibile di vettori adulti pronti a trasmettere l’infezione. L’olio d’arancio dolce contribuisce all’obiettivo di minimizzare la carica batterica nella pianta, riducendo la capacità dei vettori di acquisire o trasmettere la Xylella. E’ noto che, al momento, non esistono mezzi di lotta efficaci nel controllo dei vettori della malattia, quindi, appare di notevole importanza garantire agli olivicoltori un formulato che, oltretutto, si pregia di essere efficace anche in agricoltura biologica.

L’olio d’arancio è efficace anche contro la peronospora su pomodoro. Il pomodoro da industria interessa 77.437 ha, per una produzione pari a 49.953.052 quintali. Il giro d’affari stimato per il comparto è di 3,15 miliardi (fonte: Borsa italiana, 2019). Due sono i bacini produttivi nazionali, quello del Nord e quello del Centro-Sud. La produzione risulta per lo più equamente suddivisa, sebbene vada evidenziata una differente specializzazione tra i due distretti: a Nord si producono prevalentemente polpe (36,6%), concentrati (32,5%), passate (28,6%) e sughi (1,9%); il Centro-Sud è, invece, leader nella produzione di pelati, polpe, passate e pomodorini. Le coltivazioni con metodo di produzione biologico, ma non solo, di pomodoro in serra e pieno campo, da mensa e da industria, in Puglia, Campania, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte sono state fortemente soggette in questi ultimi anni a forti attacchi di acari (ragnetto rosso ed eriofide), nei mesi piu’ caldi e di peronospora nei periodi piovosi o dopo irrigazioni.

L’olio essenziale di arancio dolce, è una sostanza attiva avente effetto fungicida ed insetticida, autorizzato in Italia fin dal 2015 (nome del formulato commerciale Prev-Am Plus) su molte colture. Sul pomodoro, però, è ammesso al momento solo per il controllo degli Aleurodidi (mosche bianche), fitofagi presenti comunemente in serra ed in pieno campo prevalentemente nelle regioni del Sud. La peronospora è una delle peggiori malattie che possono colpire la pianta del pomodoro, in determinate condizioni climatiche può diventare un vero e proprio flagello e arrivare a distruggere l’intero raccolto. Le altre sostanze attive al momento autorizzate per la lotta alla peronospora non garantiscono un controllo efficace della malattia non solo in produzione integrata ma soprattutto in biologico.

Nella produzione integrata i trattamenti consentiti sono molto limitati rispetto allo sviluppo della coltura del pomodoro che è presente quattro mesi dal trapianto alla raccolta per cui appare indispensabile avere un’ulteriore soluzione, rispondente, per altro, agli standard di sostenibilità richiesti dal Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. La presenza dell’olio d’arancio costituisce, inoltre, un valido strumento per la gestione dei rischi d’insorgenza di ceppi di P.infestans resistenti a fungicidi che è la situazione che si sta profilando a causa della scarsa disponibilità di nuove sostanze attive caratterizzate da meccanismi d’azione originali.

I punti di forza della sostanza attiva sono: intervallo di sicurezza di soli tre giorni; impiego consentito in agricoltura biologica; efficacia d’azione che i microrganismi con azione acaricida non possiedono, in più, in pieno campo, non essendo più presenti le condizioni ambientali per il loro ottimale sviluppo; selettività sulla coltura (gli oli con azione insetticida/acaricidi o zolfi se impiegati a dosaggi appropriati riducono le attività vegetative del pomodoro); basso impatto ambientale e per la salute umana; doppia azione (insetticida / fungicida); funzione complementare rispetto al rame (attualmente il limitedi tale sostanza attiva è di 4 kg/ha per 7 anni) e altri insetticidi non solo “biologici”; proprietà curative e di controllo degli Oomiceti (peronospora); riduzione del numero o quantità dei residui nelle derrate non “bio”.

Inoltre, numerose esperienze estere ed anche italiane hanno appurato l’azione acaricida su pomodoro. In considerazione dei limiti introdotti dalla legislazione vigente all’impiego del rame il ricorso all’olio di arancio consente di compensarne il minor uso rafforzando la lotta alla peronospora.
Si esprime, quindi, soddisfazione per l’emanazione del decreto e si auspica che si arrivi in tempi ragionevoli ad un’estensione d’impiego definitiva del formulato su tutte le colture per le quali si è ancora obbligati a chiedere l’uso d’emergenza.

Fonte: Il Punto Coldiretti