Ecommerce, ortofrutta campione di crescita

La corsa continua anche nel 2021. Report Iri con dati, prospettive, criticità

Ecommerce, ortofrutta campione di crescita
Il commercio online continua la sua corsa anche nel 2021 e l'ortofrutta è tra i settori che più sono cresciuti in termini percentuali: è quanto emerge dal Report dell’Iri intitolato "L'e-Commerce nel Largo Consumo a un anno dal Big Bang" che analizza espansione, trasformazione e prospettive dedicando l'immagine di copertina proprio a un carrello "ortofrutticolo" (foto sopra).

Nell’ultimo anno, quello della pandemia, l’e-Commerce ha avuto un ruolo importante nella crescita delle vendite di prodotti di Largo Consumo, nonostante detenga ancora una quota limitata. Con solo il 2,3% delle vendite (nel primo trimestre di quest’anno) ha contribuito per 1,2 punti al +6,2% sviluppato dalla domanda nel suo complesso, piazzandosi al terzo posto nella classifica dei driver di crescita delle vendite del comparto.



Verdura e frutta a peso imposto in forte crescita (rispettivamente +124,5% e + 132,4%) nel primo trimestre 2021 sul pari periodo 2020

La maggiore sorpresa è rappresentata dall’affermazione nell’E-Shopping dei freschi confezionati, un fatto che era impensabile prima della pandemia. Nel primo trimestre di quest’anno l’insieme dei reparti a cui attengono questi prodotti raccoglie 23,4 euro ogni 100 spesi nel canale, con una crescita di 3,2 euro rispetto ad un anno fa.



Dopo il boom causato dalle restrizioni imposte dal Covid 19, evidenzia il Report, il canale virtuale è riuscito a trattenere con regolarità molti di questi nuovi consumatori, costruendo così una nuova base di acquirenti fedeli. E contende fette di mercato crescenti ai canali fisici della Dm.

Un boom che ha portato con se anche una radicale trasformazione nella composizione del paniere di prodotti Confezionati di Largo Consumo. La crescente adesione all’online di nuove fasce di consumatori ha arricchito il basket soprattutto di alimentari e bevande. Si ridimensiona viceversa la quota dei prodotti per la cura e l’igiene della persona che, nel pre-Covid, erano stati il fulcro del canale, oltre ad essere stata la categoria merceologica "pionieristica" per la spesa virtuale di Largo Consumo in Italia.


Non solo: nell’ultimo trimestre la quota di domanda per nuovi prodotti è risultata superiore di quasi il 5% nell’e-Commerce rispetto al Brick&Mortar (cui fa riferimento il modello di business tradizionale). L’online, si legge nello studio, si conferma così un canale molto recettivo nel promuovere i nuovi prodotti; fatto di una certa importanza considerando il periodo di difficoltà che sta affrontando l’innovazione. Ulteriore caratteristica del canale virtuale è quella di dare maggior spazio ai prodotti a Marchio del Distributore.

Tra le noti dolenti, il fatto che l’e-Shopping del Largo Consumo continua a mostrare notevoli discrepanze nelle strategie seguite dai diversi distributori. Una criticità potrebbe esse collegata alle forti oscillazioni della domanda che si rivolge al canale online: diversamente dai negozi fisici che complessivamente (escludendo Natale e Pasqua) assorbono una pressione di domanda sostanzialmente stabile, il "virtuale" subisce fluttuazioni degli acquisti lungo le settimane che variano dal +20% in autunno e inverno fino al -50% in estate. Questo richiede una organizzazione della logistica più flessibile di quella dei negozi fisici.



Ma Iri non ha dubbi: l’e-Commerce nel Lcc ha la potenzialità per raggiungere in un paio d’anni una quota non trascurabile sul totale delle vendite del comparto, agganciandosi agli standard di alcuni paesi europei dove il fenomeno è più sviluppato. Già per il 2021 ci sono i presupposti per avvicinarsi ai 3 punti di quota di mercato

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