Ciliegie, primi stacchi di Bigarreau al Nord Italia

Il produttore bolognese Gubellini: «Quantità discrete e qualità da valutare»

Ciliegie, primi stacchi di Bigarreau al Nord Italia
Sono partite lo scorso weekend le raccolte di ciliegie in Emilia-Romagna. Buone le indicazioni produttive per uno dei pochi frutti che sembra aver superato il gelo d'inizio aprile senza gravi conseguenze. 

"Tra sabato e domenica abbiamo cominciato a staccare le prime Bigarreau pronte per la raccolta, vale a dire le produzioni di colore più nero", conferma a Italiafruit News Sergio Gubellini, titolare dell'azienda Le Rondini di Bologna e tra i soci fondatori di Agribologna. 

"Penso che le operazioni di raccolta potranno cominciare ad entrare maggiormente nel vivo dalla metà di questa settimana. Nel complesso, le piante di ciliegie presentano discrete quantità su tutte le varietà, mentre per tutto il resto della frutta la situazione è catastrofica", aggiunge il produttore che coltiva una decina di ettari (1,5 di ciliegie) nella frazione de La Pioppa, tra Borgo Panigale ed Anzola dell'Emilia. 



"Noi abbiamo subito danni del 95% sulle albicocche, dell'80-90% sulle susine e del 100% sui pereti di Abate Fetel. Avremo giusto un po' di pere William, Coscia e Morettini, oltre alle ciliegie. E' un vero disastro ed è molto peggio dell'anno scorso, quando le gelate avevano compromesso totalmente la nostra produzione di albicocche".

“Per noi, di solito, la campagna cerasicola dura all'incirca un mese e mezzo. Coltiviamo circa una ventina di varietà, quasi tutti duroni, con sistemi di allevamento tradizionali senza reti. Cominciamo con Bigarreau, che nella nostra zona chiamiamo duroncino; poi proseguiamo con varietà tradizionali come Nero primo, Celeste, Anellone e con cultivar più recenti come Lapins, Samba e tante altre". 

La qualità dei prodotti sarà da valutare in funzione delle condizioni climatiche. “Su alcune varietà, ad oggi, riscontriamo una quota di ciliegie malnutrite, frutti che dovevano cadere ma non sono caduti. Nell'insieme, quindi, la qualità non sarà eccellente. Ma perlomeno il prodotto da raccogliere c'è. Per le altre specie frutticole, purtroppo, non sarà così”. 



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