De Castro: «La qualità non è sufficiente per fare reddito»

L'onorevole Ue sostiene la nuova Aop pere: «Un esempio per l’intero comparto della frutta»

De Castro: «La qualità non è sufficiente per fare reddito»
L’imminente nascita dell’Aop sulle pere emiliano-romagnole (clicca qui per leggere la notizia), “aperta” anche a non Op, è il primo passo per avere una filiera concretamente più organizzata ed orientata al mercato. Un modello per l’intero settore frutticolo italiano, dal momento che “c’è la possibilità concreta di creare un sistema organizzato, attorno alla Aop - ha spiegato l’onorevole europeo Paolo De Castro - che speriamo possa diventare un caso straordinario di successo. Perché è la prima volta che si mette in atto in Italia, e probabilmente anche in Europa, quel regolamento comunitario Omnibus su cui tanto ci siamo battuti a livello europeo. Il quale consente di gestire l’offerta, fare strategie commerciali e governare l’immissione del prodotto sul mercato”.

“Sappiamo tutti che la qualità è una condizione necessaria ma non sufficiente per poter competere. Oggi c’è bisogno di accompagnare la qualità delle produzioni agricole con la dimensione organizzata, che è condizione necessaria per riuscire a trasformarla in reddito per i produttori”.



La nuova Aop diretta a tutte le imprese di produzione e commerciali pericole dell’Emilia-Romagna è aperta a nuovi ingressi, anche se già ora rappresenta circa il 60-70% della produzione regionale. “Una volta tanto anche gli amici del comparto frutticolo del Trentino-Alto Adige, che prendiamo sempre come esempio, potranno venire in Emilia-Romagna per vedere come si utilizza questa opportunità che ci ha dato l’Europa”.

Il progetto appena presentato dal comparto pericolo della Regione del Nord è dunque “un’occasione straordinaria - ha concluso De Castro - per rilanciare un settore che ne ha passate tante” negli ultimi anni. Mi auguro che la settimana prossima avremo anche la conclusione della riforma della Pac, la quale potrà offrire altri strumenti per gestire meglio i rischi dell’attività agricola”.

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