«Più innovazione e sostenibilità per il Made in Italy»

Ortofrutta a "Buono! storie di agricoltura e cibo sostenibili". Padiglione "green" a Expo Dubai

«Più innovazione e sostenibilità per il Made in Italy»
Ortofrutta in evidenza a “Buono! storie italiane di agricoltura, territori e cibo sostenibili”, l’evento di Maker Faire Rome verso il Food Systems Summit 2021 delle Nazioni Unite che vuole fare il punto sui protagonisti e sulle buone pratiche dell’agrifood che fanno bene all’ambiente e all’economia.

Nel corso della prima giornata dell'evento, che prosegue oggi, hanno portato la loro testimonianza tra gli altri Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, che ha parlato dell'importanza del ruolo dei Centri agroalimentari e Mercati all'ingrosso quale anello di congiunzione della filiera ortofrutticola e ittica; un cardine della filiera agroalimentare e dello sviluppo della Dieta alimentare, per i quali "serve aumentare consapevolezza del loro ruolo". E poi Mariano Di Vito che ha "raccontato" la storia e lo sviluppo del progetto Torpedino, mentre Federica Ferrari ha svelta i progetti de L'Agro del kiwi, linea di aceti, glasse e confetture a base di kiwi Hayward. Sul tema delle perdite, delle eccedenze e degli sprechi si è soffermato invece Andrea Segrè, riferendo di visione e impegno del sistema agroalimentare italiano. 

Per l'occasione à stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa tra il Commissariato per la partecipazione dell’Italia a Expo 2020 Dubai e il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nella persona del ministro Stefano Patuanelli.



Il Protocollo mira a valorizzare la partecipazione dell’Italia all‘Esposizione Universale di Dubai, al via il primo di ottobre, attraverso la promozione dei modelli innovativi al servizio del cibo per comunicare bellezza e sostenibilità, in linea con il claim che caratterizza la partecipazione tricolore: “La Bellezza unisce le Persone”.

“Diffondere e valorizzare un modello di consumo sostenibile in grado di assicurare la sicurezza alimentare, promuovere stili di vita sani, condividere buone pratiche alimentari e la distintività del sistema agroalimentare italiano non significa solo contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall'Agenda 2030 dell’Onu e quelli stabiliti dalla Commissione Europea nel Green Deal ma anche incidere in maniera determinante nell’indirizzare più velocemente il comparto produttivo nel processo di transizione ecologica ormai in atto”, ha sottolineato Patuanelli. 

“Con l’accordo di oggi -  ha aggiunto - vogliamo portare anche all’Expo di Dubai i tre pilastri che reputo necessari per far compiere al settore primario un passo avanti verso l'innovazione, chiave di volta per la sostenibilità della produzione agroalimentare: educazione, protezione del sistema agroalimentare e ambiente”.

“C’è una crescente domanda di cibo italiano nel mondo e proprio la localizzazione della prossima Esposizione Universale crea un’occasione formidabile per far conosce la distintività e l’originalità delle nostre produzioni agro-alimentari”, ha dichiarato il Commissario Paolo Glisenti. 



Il Mipaaf, in particolare, promuoverà il lavoro del Crea, principale Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari, nonché hub per catalizzare su Dubai le migliori idee progettuali di ricerca italiane in campo agroalimentare. Sarà data visibilità internazionale alla Dieta Mediterranea, e all’approccio salutare alla cultura del cibo che essa rappresenta, attraverso una narrazione interattiva e pratica rivolta in particolar modo ai giovani; e all’acquacoltura, che rappresenta uno degli strumenti per far fronte alle sfide della sostenibilità delle produzioni.

Il Ministero e il Commissariato si impegnano a coinvolgere istituzioni, nazionali e internazionali, le organizzazioni multilaterali, le università, i centri di ricerca, le start-up e le imprese del territorio nazionale, valorizzando le migliori pratiche e i processi di produzione agricola sostenibile e incentivando l’orientamento dei più giovani alle nuove professioni e competenze in agricoltura e in ambito “green economy”.

Per Cia-Agricoltori italiani "bisogna lavorare tutti insieme per cambiare il modo in cui il mondo produce, consuma e pensa al cibo, migliorando i sistemi alimentari in un’ottica sempre più sostenibile ed equa": “Come Cia, abbiamo partecipato attivamente alla redazione del documento ‘Uniti nel cibo’ - ha ricordato il presidente Scanavino-. Un decalogo delle esperienze e degli impegni delle imprese agroalimentari italiane per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, che vuole rappresentare il contributo responsabile del settore al prossimo Vertice Mondiale sui Sistemi Alimentari”



Dentro “Uniti nel cibo”, c’è l’impegno “a continuare nell’implementazione di processi produttivi attenti alla salvaguardia dell’ambiente, del suolo e della qualità dell’aria, alla protezione della biodiversità, al benessere animale, all’uso responsabile e sostenibile delle risorse idriche e alla riduzione degli sprechi e degli scarti”, così come quello di “contribuire all’educazione alimentare della popolazione e a una maggiore diffusione di regimi alimentari e stili di vita sani, basati sui principi della Dieta Mediterranea, garantendo l’accesso a prodotti salubri e nutrienti, frutto di attività produttive sostenibili e tracciate” e optando per “sistemi di etichettatura che puntino a fornire al consumatore informazioni chiare e corrette” piuttosto che “basati su soluzioni semplicistiche e fuorvianti”.

Infine, nel documento ci sono gli impegni ad “adottare meccanismi di valutazione intermedi inerenti al grado di perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030”; a “promuovere percorsi di formazione, aggiornamento e apprendimento” riguardo ai temi della sostenibilità e alle necessarie competenze tecnologiche e digitali e, soprattutto, “a rafforzare le reti e alleanze tra produttori, trasformatori, distribuzione commerciale e consumatori, con l’obiettivo di massimizzare la resilienza del settore agroalimentare, in termini di sicurezza alimentare e garanzia degli approvvigionamenti, anche in una prospettiva internazionale e con particolare riguardo agli operatori più vulnerabili ed esposti ai rischi e alla volatilità dei mercati”.

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