«La sostenibilità non è un'opzione»

Gabetti: «Decennio decisivo per il mondo. Ai supermercati preferisco i Mercati dei contadini»

«La sostenibilità non è un'opzione»
Esperta di sostenibilità, ma anche attenta consumatrice di cibo: Cristina Gabetti, giornalista, consulente in materia di sostenibilità e nota inviata di Striscia la Notizia ha partecipato ieri come ospite al webinar dello Speciale Frutta & Verdura offrendo il suo punto di vista riguardo alla sostenibilità e all’innovazione applicata in agricoltura.

“La sostenibilità non è una opzione: se non gestiamo bene questo decennio, la vita dei nostri nipoti non sarà quella che abbiamo conosciuto noi”, ha spiegato al termine del suo intervento. Nel quale ha posto l’accento sull’importanza di sfruttare le nuove tecnologie digitali per mappare i bisogni di nutrizione dell’uomo.

“In base all’ultimo rapporto Rapporto ASviS dell’Agenda 2020, l’Italia ha peggiorato l’indice della buona alimentazione. Questo vuol dire la nostra popolazione non mangia abbastanza frutta e verdura”, ha precisato Gabetti nell’evidenziare anche il suo personale approccio al consumo di ortofrutta e cibi freschi: “Non compro mai prodotti freschi al supermercato. Frequento i Mercati degli agricoltori, perché sono curiosa e voglio sapere quello che porto in tavola. Quando compro da un produttore imparo tantissimo tramite il dialogo, mentre nello spazio dei supermercati c’è il limite che sono le cose, e quindi i prodotti, a parlare”.



La riduzione degli sprechi alimentari ("il cibo, quando si decompone, rilascia Co2”) e l’educazione alla sana alimentazione (“consumi abbondanti di ortofrutta ma limitati al minimo per la carne, come facevano i nostri nonni”) sono altri due temi di fondamentale importanza - secondo Gabetti - per riuscire a creare un mondo più sostenibile. 

"Oggi bisogna riconoscere che l’agricoltura è tra le attività più impattanti sull’ambiente, ma potenzialmente è anche la più rigenerante in assoluto. Abbiamo la necessità di rimetterla al centro, di ridurre i consumi di carne e gli sprechi. Le tecnologie possono servire per appoggiare lo sviluppo di una maggiore consapevolezza nel consumatore". 

"Io penso che il Governo - ha concluso - dovrebbe riconoscere vantaggi economici agli italiani che acquistano i prodotti coltivati nel nostro Paese, piuttosto che continuare a pagare meno l'ortofrutta estera”.

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