Il maltempo presenta un conto milionario

Ortofrutta ancora ko, dalla Valle d'Aosta all'Emilia, dopo le gelate primaverili

Il maltempo presenta un conto milionario
L'ennesimo atto del climate change presenta il conto, ancora una volta salato, per l'ortofrutta: piogge torrenziali, grandinate e trombe d'aria che hanno colpito mercoledì e giovedì il Nord Italia hanno piegato colture già decimate dal gelo primaverile e provate dalla siccità di questi giorni. In Veneto le professionali agricole denunciano che nella zona est del Veronese e nel Villafranchese, terra di pesche e kiwi, "le perdite per la frutta, sono arrivate al cento per cento". La Cia rileva inoltre danneggiamenti, causati dalla tempesta e dal forte vento, alle strutture dei piccoli frutti e lancia l'ennesimo Sos: "Siamo in presenza di un cambiamento radicale negli eventi atmosferici sempre più concentrati sui territori e sempre più dannosi. Non a caso, ogni volta che arriva, il maltempo è a macchia di leopardo, con fortunali improvvisi e fortissimi, spesso difficili da contenere”.



La Confagricoltura scaligera aggiunge che "chicchi grossi come noci, tanto vento e grandine mista ad acqua hanno mandato ko quel poco che era sopravvissuto al gelo di aprile, con frutti spaccati o fortemente segnati: si è salvato chi aveva le reti, che hanno protetto pesche, kiwi e altri frutti della zona, ma si tratta di una parte minima di frutticoltori”. Il presidente della Regione Luca Zaia, con proprio decreto, ha dichiarato lo stato di crisi

E anche la  Lombardia si muove sullo stesso terreno: "Chiederemo al governo una deroga per poter garantire degli indennizzi agli agricoltori non assicurati le cui coltivazioni sono state colpite dalla grandinata di ieri", ha annunciato Fabio Rolfi, assessore regionale all'Agricoltura. Tra la provincia di Milano e quella di Bergamo, giovedì, sono stati sfondati ettari di serre ed è stata danneggiata la verdura coltivata sotto i teli. Nel Pavese il maltempo ha distrutto numerose serre per la coltivazione delle orticole. Vento e pioggia di ghiaccio anche ai piedi dell'arco alpino, dalla Valtellina al Varesotto.



E pure la Regione Piemonte ha attivato le procedure per chiedere lo stato di emergenza dopo che  il downburst, con raffiche di vento fino a 100 chilometri all’ora, ha scoperchiato tetti e causato gravi danni alle aziende. Il fenomeno - che in partenza ha investito il Torinese - ha colpito anche il Novarese e la provincia di Cuneo.

Non è andata meglio in Emilia: Coldiretti evidenzia come la precipitazione improvvisa che giovedì ha interessato in particolare i comuni di Imola, Sesto Imolese, Medicina, Sasso Morelli, Casola Canina e Fontanelice abbia danneggiato gravemente pesche, nettarine, albicocche, kiwi, pere, cipolle. E' bastato un quarto d'ora per scatenare il finimondo. Risultato: nella zona di Fontanelice la produzione di pesche, nettarine e albicocche è praticamente azzerata; leggermente meno gravi le ripercussioni sui kiwi, perché i frutti ancora coperti da foglie hanno resistito di più. Molto colpite, nella zona a nord della via Emilia, anche le cipolle. Il conto, solo in queste aree, è davvero salato, nell'ordine dei milioni di euro.



Ingenti danni, risalendo la penisola, anche nella piccola Valle D'Aosta dove, secondo una prima stima effettuata da Coldiretti, la forte perturbazione che giovedì ha colpito tutta la regione e in particolare la bassa Valle ha causato una perdita di produzione che per alcune colture arriva fino al 50%. E anche qui si punta l'indice contro l'imprevedibilità di un meteo ormai sempre meno prevedibile: "Ci aspettavamo dei forti temporali - ha detto sconsolato Alessio Nicoletta, presidente di Coldiretti Valle d'Aosta - ma non una grandinata così violenta e atipica: una precipitazione breve ma allo stesso tempo molto intensa, inattesa anche rispetto all'orario in cui si è verificata". 

E' notizia di venerdì, intanto, che la Regione Friuli Venezia Giulia ha chiesto la dichiarazione dell'esistenza di eccezionalità dell'evento per le gelate e brinate verificatesi nel mese di aprile per le quali hanno sofferto actinidia, albicocco, asparago, ciliegio, fragole, lampone, melo, melograno, pero, pesca nettarina, susino.



Tra tropicalizzazione e moltiplicarsi di eventi estremi, con una sempre maggiore frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, non c'è pace per l'ortofrutticoltura italiana che deve combattere da diverso tempo anche con la siccità. Stime Coldiretti attribuiscono all'effetto delle mutazioni climatiche un conto di oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti. "Servono forme di coperture assicurative sempre più flessibili e convenienti per gli agricoltori e soluzioni ad hoc, come per esempio le reti contro le gelate tardive”", la soluzione dell'assessore regionale lombardo Rolfi.

Ma per molti si tratta ormai di una battaglia impari, quella dei produttori agricoli e ortofrutticoli: servono innovazione a 360 gradi, tecnologie e un approccio sempre più professionale per cercare di non soccombere.

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