Il cetriolo diventa un piccolo Buddha

Assessore piemontese si inventa l'originale ortaggio decorativo

Il cetriolo diventa un piccolo Buddha
Vivere la quotidianità dell'ortofrutta non è facile: il meteo, gli insetti dannosi, le fitopatie e poi - come se non bastasse - gli scherzi (chiamiamolo così) del mercato. Un giorno prezzi che schizzano alle stelle, il giorno dopo un tonfo clamoroso. E poi costi delle materie prime che si alzano, la burocrazia che non dà tregua... Insomma, per affrontare un mondo così complesso e imprevedibile servirebbe un po' di meditazione buddhista.

Ma se il tempo per sedersi a gambe incrociate e svuotare la mente manca, si può sempre ricreare un piccolo Buddha con gli ortaggi. In Piemonte l'idea è venuta ad Andrea Bertone, assessore al Comune di Farigliano (Cuneo) e famoso coltivatore di zucche giganti.

L'amministratore piemontese ha dato sfogo alla sua fantasia e creatività durante questa estate: prima è riuscito nella coltivazione di una anguria cubica e poi ha ricavato il piccolo Buddha da un cetriolo, mutuando l'esperienza dei produttori giapponesi dell'isola di Shikoku, noti per saper modellare frutti e ortaggi.



Se in Oriente la pratica è diffusa - anche in Cina capita sovente di vedere commercializzati prodotti ortofrutticoli cresciuti in uno stampo - in Italia la pratica è quasi sconosciuta. Bertone, racconta la stampa locale, è riuscito nell'impresa con l'aiuto di Giuseppe Aragno e Anna Filippi: lui si è occupato della parte creativa, loro di quella agronomica. Il risultato è stato un ortaggio ornamentale, un cetriolo che sta facendo il giro dei social.



“L’idea è scaturita dopo aver realizzato l’anguria cubica in occasione del 9° Campionato di Bocce Quadre - racconta Bertone a La Guida - Mi sono documentato ed ho acquistato già lo scorso inverno la forma dentro cui far crescere l’ortaggio. La scelta di applicare il metodo sul cetriolo è derivato dalle tempistiche di crescita molto più brevi, occorrono dieci giorni e tanta pazienza per vedere il prodotto finito. Di errori ne ho fatti diversi, non è una cosa semplice ma alla fine, una volta rimosso lo stampo, possiamo dirci soddisfatti del prodotto finito. Ogni sera al rientro dal lavoro andavo a visionare il tutto con cura e dovizia come si fa con un neonato mentre di giorno Giuseppe e Anna mi tenevano informato sugli sviluppi e per questo li ringrazio davvero molto”.

Ma per quanto bello, l'ortaggio ornamentale ha una vita breve. E ora si sta studiando su come conservare questa originale creazione. “Stiamo provando a capire come fare per eliminare l’ossigeno da dentro per evitarne la decomposizione – conclude l’assessore – Si pensava di metterlo sotto alcool o un’altra soluzione per resinarlo e per bloccare il processo interno, ma il timore è che possa rovinarsi a contatto con il prodotto”.

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