Arriva l'inverno, ecco l'effetto sui Mercati

Come sta impattando il crollo termico sul canale dell'ingrosso

Arriva l'inverno, ecco l'effetto sui Mercati
In tutta Italia siamo passati dall’estate all’inverno in pochi giorni, con crolli termici fino a 20 gradi centigradi nelle regioni del Sud. Il brusco abbassamento delle temperature, accompagnato da piogge, vento e maltempo, ha iniziato a influenzare le contrattazioni nei Mercati all’ingrosso nazionali, favorendo gli ortaggi autunno-invernali e penalizzando invece l'ultima frutta estiva italiana. Gli effetti sulle richieste e sui prezzi dei singoli prodotti saranno da valutare nei prossimi giorni, dato che il brutto tempo dovrebbe continuare per l’intera settimana. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata da diversi operatori del mondo dell’ingrosso interpellati ieri da Italiafruit News.   
  
Bene carciofi e finocchi a Bologna 
"Ci troviamo in una fase di passaggio tra la merce estiva e quella autunno-invernale, nella quale il segmento degli ortaggi sta performando certamente meglio rispetto alla frutta. Non a caso, i primi 100 colli di carciofi sardi sono stati venduti a prezzi di 1-1,2 euro e anche per i finocchi è un buon momento”: così Wainer Marzola, venditore dello stand Agribologna presso il Caab di Bologna commenta la partenza della settimana. “Per la frutta, l’articolo che ora è più in difficoltà è l’uva da tavola, anche per la concomitanza di promozioni spinte di diverse catene della Gdo. Noi stiamo vendendo meglio le varietà senza semi, ma il trend è molto rallentato". 

In difficoltà pesche e pere, mentre le mele tengono
Il clima più freddo delle ultime ore sta facendo scendere i prezzi delle pesche siciliane sulla piazza di Bologna, mentre le quotazioni delle pere si confermano altissime alla luce delle scarsissime quantità dell’annata. “Le vendite di queste ultime procedono a rilento, in particolare l’Abate Fetel registra un andamento commerciale più lento delle Williams in virtù dei prezzi molto elevati – prosegue Marzola – Di questa situazione trae giovamento la mela che, bene o male, si sta vendendo. La mela è, a mio parere, il frutto che sarà più consumato in assoluto durante i mesi autunnali e invernali: la merce di prima qualità la stiamo trovando a partire da 70-80 centesimi di euro il chilo. E’ un po’ di più cara rispetto ai livelli di qualche anno fa, ma nulla a che vedere con l’esplosione dei valori delle pere”.


Kaki di Romagna

Per i kaki prezzi stabili grazie all'offerta contenuta
I prezzi medi sono sostenuti anche per le prime partite di kiwi Hayward della Grecia (“i calibri 23-25 si vendono oltre i 2 euro il chilo”) che, essendo stati raccolti e stoccati da poco, presentano un torsolo abbastanza duro. “Le temperature più basse stanno favorendo la tenuta dei prezzi dei kaki Tipo emiliano-romagnoli, disponibili in scarse quantità e a valori che oscillano dai 1,5-1,7 euro/kg delle padelle da 24 frutti ai 2,5-2,7 euro/kg delle padelle da 15 frutti”.

La campagna agrumi scalda i motori 
“Per gli agrumi, non c’è ancora la corsa agli acquisti anche perché siamo proprio all’inizio della stagione. Stamattina (ieri per chi legge, ndr) abbiamo distribuito le prime clementine italiane, provenienti da Policoro, a prezzi di 1,8-2 euro il chilo. Dalla Sicilia sono arrivati i mandarini Satsuma Okitsu mentre le arance Navel sono attese per fine mese. Le prime arance bionde spagnole non si vedono ancora sul nostro mercato”, probabilmente per effetto del ritardo stagionale e di problemi meteorologici. “Le castagne, dopo una partenza che sembrava fiammante, si sono fermate. Noi attendiamo i tipici marroni biondi dell’imolese che sono in ritardo di almeno 15 giorni”.

Uva da tavola sugli scudi a Torino 
Anche al Centro agroalimentare di Torino, il commercio della frutta è in una fase di passaggio tra le referenze estive e quelle più invernali. “Malgrado l’abbassamento delle temperature, la corsa alle pomacee non è partita. L’uva da tavola italiana è il prodotto frutticolo che ora stiamo vendendo di più, a patto che possieda le giuste caratteristiche qualitative. Secondo me l’uva sarà anche l’articolo che si commercializzerà meglio nei prossimi mesi, in quanto si potrà trovare a prezzi a buon mercato”, sottolinea un importante operatore grossista torinese, che preferisce rimanere nell’anonimato.


Pere Abate 

C'è preoccupazione per le pochissime pere italiane 
“Siamo preoccupati, in particolare, per la campagna delle pere. Quel poco che c’è dall’Italia registra prezzi assurdi, che rendono le vendite molto faticose. Per rimpiazzare le produzioni nazionali, i commercianti e la Gdo italiani si sono buttati alla ricerca dei prodotti esteri di Olanda, Belgio, Serbia, Croazia e Spagna. Per le mele – conclude il grossista di Torino – i consumi dovrebbero reggere, quest’anno le quotazioni sono leggermente più alte ma le pezzature medie sembrano più scarse. Infine, per quanto riguarda la stagione del kiwi verde, non possiamo ancora sbilanciarci; prima di fare previsioni è importante comprendere la quota di Hayward che sarà effettivamente raccolta in Italia e quanto ne arriverà dall’estero”.

A Bari fino alla scorsa settimana primeggiavano le angurie
Da Torino ci spostiamo al Mercato all'ingrosso di Bari, in Puglia, dove opera la ditta Nicola Paglionico: “Da sabato ad oggi, le temperature sono scese bruscamente passando da 30 a 10 gradi centigradi – testimonia Chiara Celiberti, sales account manager – Fino alla scorsa settimana si vendevano tranquillamente le angurie. Le rape, che finora non avevano mai superato l’euro il chilo, sono rincarate per via della maggior richiesta. Si mantengono piuttosto cari i pomodori rossi della Sicilia. Ciliegini, datterini e piccadilly non riusciamo a comprarli a meno di 2-2,5 euro il chilo”.

Freddo e pioggia non hanno ancora inciso fortemente sui prezzi degli ortaggi pugliesi
Pino Lucatorto, dipendente della stessa azienda Paglionico e rappresentante di Fedagromercati, aggiunge: “In questa fase, le verdure sono più richieste della frutta ma i prezzi non hanno registrato grandi aumenti con il crollo termico. Le zucchine locali si attestano attorno ai 0,7 euro il chilo, le cime di rapa e le rape da 1 a 1, 2 euro il chilo, le bietoline sotto l’euro. La situazione sarà da monitorare nei prossimi giorni, considerando che la pioggia continua degli ultimi tre giorni potrebbe ridurre l’offerta”. Riguardo agli agrumi, “le prime clementine pugliesi spuntano 1,8 euro il chilo e i volumi disponibili sono ancora molto scarsi – prosegue Lucatorto – C’è il Satsuma Miyagawa, prodotto che viene ormai prevalentemente esportato nei Paesi dell’Est Europa. Il periodo di distacco tra le pesche e clementine locali si è ridotto solo a 15 giorni e quindi la finestra di mercato del Miyagawa è diventata molto corta. Come novità stanno cominciando ad affacciarsi le nuove Golden di Melinda, che si sono aggiunte a quelle di Marlene. Ritengo che bisognerà aspettare almeno un’altra settimana per capire un po’ l’andamento di mercato delle mele”.

Copyright 2021 Italiafruit News