Piana del Sele, la Rucola Igp scalda i motori

E Bonduelle investe nel prodotto a marchio. Residuo zero nel mirino

Piana del Sele, la Rucola Igp scalda i motori
L'Igp come leva per incrementare il valore del prodotto. E ora che la rucola della Piana del Sele ha ottenuto il marchio europeo e che il Consorzio è costituito e da un paio di mesi operativo, non resta che continuare a lavorare sodo per sviluppare il mercato di un prodotto che vale 680 milioni di euro all’anno, con una produzione media pari a 400mila tonnellate, il 73% circa del totale nazionale.

Il Consorzio sta convincendo le aziende agricole e a oggi sono oltre 120 le adesioni. "Abbiamo l'85% dei produttori, vogliamo coinvolgere la totalità delle imprese agricole che coltivano rucola nel nostro territorio", dice il presidente Vito Busillo (nella foto sotto).



E la Rucola della Piana del Sele Igp è già presente in distribuzione grazie a player come Bonduelle, che ha lanciato per prima sul mercato questa referenza.
“Siamo orgogliosi di quello che sta avvenendo nella Piana del Sele con la rucola Igp e di portare sulle tavole degli italiani un prodotto dalle caratteristiche davvero uniche - ha dichiarato Alessandra Marchesi, marketing manager fresh salads - Bonduelle è stata la prima azienda a credere nelle potenzialità della rucola della Piana del Sele introducendola sul mercato italiano attraverso il legame di fornitura esclusiva da parte di Op Oasi. Crediamo molto in questo prodotto e nelle sue peculiarità e siamo certi che il Consorzio di tutela lavorerà in maniera eccelsa per promuovere a livello nazionale e non solo questa materia prima di eccellenza”.



Op Oasi e Bonduelle producono il 15% della rucola totale prodotta da tutte le aziende affiliate al Consorzio. “La collaborazione con un’azienda come Bonduelle  sarà fondamentale nel promuovere sul mercato il nostro territorio e la qualità dei nostri prodotti, vista la sua capillarità sul mercato della grande distribuzione - aggiunge Busillo – Dobbiamo trasmettere il valore aggiunto al consumatore e spiegare che è il disciplinare di produzione a fare la differenza. Guardiamo con grande attenzione il residuo zero, lo riteniamo un elemento distintivo e il consumatore lo richiede”.

La comunicazione sarà un elemento strategico. Dalle caratteristiche alla sostenibilità dell'ortaggio a foglia, fino alla storia che accompagna la rucola e quella connotazione afrodisiaca, ricorda il presidente del Consorzio, che affonda le radici nell'antica scuola medica salernitana.



Bonduelle, ricorda il presidente di Op Oasi Antonio Salvatore, ha creduto nell'Igp, è presente nel Cda del Consorzio ed è pronta a supportarlo negli investimenti in tecnologia per garantire la tracciabilità del prodotto e nella creazione di un sistema che consenta di comunicare in modo efficace e trasparente tutti quei valori che comunemente non sono esprimibili in etichetta.

La rucola è una coltura che sta dando soddisfazione ai produttori, ma la situazione attuale, come precisa Sante Giuliano – titolare di un'azienda agricola con 30 ettari di serre e socio dell'Op Oasi – è “il momento di trovare una soluzione per aumentare il prezzo del prodotto. C'è un aumento generali dei costi e la manodopera sul territorio non si trova”.

Nella foto di apertura da sinistra: Antonio Salvatore (presidente Op Oasi), Vito Busillo (presidente del Consorzio di tutela della rucola della Piana del Sele Igp), Sante Giuliano (produttore) e Robert Marchesi (agro aanager Op Oasi – Bonduelle)

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