Kaki, i prezzi reggono ma tira una brutta aria

Gelate e rincari delle materie prime pesano sul comparto. Zoffoli: «La politica deve intervenire»

Kaki, i prezzi reggono ma tira una brutta aria
Da una parte la scarsa, per non dire scarsissima, produzione (a causa del gelo primaverile); dall’altra un mercato poco vivace. Due condizioni che stanno favorendo la tenuta dei prezzi del kaki Tipo, ma non lasciano soddisfazione tra le aziende del comparto produttivo.

“Di solito, le quotazioni dei kaki a polpa morbida scendevano sempre dopo la commemorazione dei defunti (2 novembre, ndr), come conseguenza dell’entrata di un maggior offerta sul mercato. Tale dinamica quest’anno non si è verificata, in quanto le quantità restano scarse. Tanto che la campagna commerciale del prodotto si sta già avviando verso la sua conclusione che è prevista verso il 15-20 novembre. Praticamente un mese prima rispetto al normale”, commenta a Italiafruit News Mirco Zoffoli, mediatore ortofrutticolo che opera nell’area della Romagna.



“I prezzi dei kaki tradizionali stanno tenendo e questo è un aspetto positivo. Ma la domanda non è mai stata brillante. E poi bisogna considerare che produttori e magazzini, rispetto alla scorsa campagna, devono sostenere spese superiori per tutte le principali materie prime (concimazioni, energia, trasporti, packaging, ecc.)”.

“Ci troviamo in un momento molto difficile per l’intera agricoltura italiana – aggiunge Zoffoli – Una fase di stallo, che si può superare solo con interventi politici concreti. In Romagna, in particolare, tira una brutta aria dopo le due gelate consecutive degli ultimi anni.  C’è poca voglia di guardare al futuro. Servono soldi a favore del comparto produttivo, altrimenti la catena inizierà presto a spezzarsi”.



“Nei mesi scorsi, per esempio, sono stato in Spagna e ho potuto constatare che il Governo iberico concede bonus sui trasporti alle aziende che fanno esportazione. Questa forma di aiuto si traduce in minori spese per il settore produttivo. Ecco l’agricoltura italiana avrebbe bisogno di misure dirette come questa. Non di bla bla bla”.

Intanto in Romagna sono appena iniziate le raccolte del kako Rojo Brillante a polpa soda, che registrerà sempre un crollo produttivo. Dalle informazioni di Zoffoli si prevede un calo del 70-80% della raccolta. “Questa è un’annata veramente disastrosa per le aziende agricole che coltivano kaki – conclude – Fare reddito sarà molto difficile. Anche perché il kako è un prodotto che non vive di fluttuazioni di prezzo drastiche come le primizie, tra cui le fragole”.


 
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